La cefalea cronica da ora sarà riconosciuta come una malattia sociale. Il Senato ha approvato la legge con 235 voti a favore, due contrari e nessun astenuto. “Un primo punto di partenza e di attenzione verso i circa sette milioni di italiani che ne soffrono” commenta la deputata della Lega Arianna Lazzarini, prima firmataria del testo di legge. Lo Stato italiano riconosce le malattie sociali come invalidanti. In questo modo, sottolinea la deputata Pd Giuditta Pini, co-firmataria della legge, “la cefalea primaria cronica e l’emicrania sono riconosciute, i centri cefalee sono riconosciuti, i pazienti e i medici avranno più strumenti per combattere questa malattia silenziosa”. La cefalea cronica ha una grave incidenza sulla società, dell’alto numero di soggetti che ne soffrono, “con una prevalenza netta di donne e nella fascia 20-50 anni”.
Il testo della legge è composto di un solo articolo, abbastanza sintetico ma al contempo efficace: “La cefalea primaria cronica, accertata da almeno un anno nel paziente mediante diagnosi effettuata da uno specialista del settore presso un centro accreditato per la diagnosi e la cura delle cefalee che ne attesti l’effetto invalidante, è riconosciuta come malattia sociale […] nelle seguenti forme: a) emicrania cronica e ad alta frequenza; b) cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici; c) cefalea a grappolo cronica; d) emicrania parossistica cronica; e) cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione; f) emicrania continua”.