“Mi hanno picchiato in caserma”. Ma le visite di medici e garanti lo smentiscono. Ci sono diverse perizie che sembrano confutare le affermazioni di Finnegan Lee Elder, l’ormai 20enne americano che nella notte fra il 25 e 26 agosto 2019 ha inflitto 11 coltellate, uccidendolo, al vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Elder, intercettato in carcere a colloquio col padre, sostiene di essere stato “menato di brutto” dai carabinieri durante il primissimo periodo di detenzione presso la caserma dei carabinieri di via In Selci, prima di essere trasferito in carcere. “Mi hanno detto che mi avrebbero dato 40 anni se non gli davo la password del mio telefono. Mi hanno buttato a terra, mi hanno dato calci e pugni, mi sono saliti sopra, mi hanno sputato addosso”, si legge nell’intercettazione.

Non è la prima volta che i legali degli americani – il coimputato è il 19enne italoamericano Gabriel Natale Hjorth – denunciano presunti pestaggi ai danni dei loro assistiti. Ipotesi fin qui non suffragate da documenti. Esistono alcune perizie che i legali della vedova Cerciello hanno già fornito agli inquirenti. In particolar modo, la visita medica effettuata in carcere a Regina Coeli, dove Elder è stato visitato e dove si dichiara che non si riportano ferite non compatibili con lo scontro avvenuto al quartiere Prati fra l’americano e Cerciello. Elder è stato anche assistito da alcune associazioni per i diritti dei detenuti, che tuttavia non hanno evidenziato alcuna anomalia, né il ragazzo – a domanda precisa – aveva fatto presente alcuna problematica. Infine, fanno notare i carabinieri, “gli interrogatori sono avvenuti sempre alla costante presenza dei magistrati”.

Differente la situazione di Hjorth, che è stato ripreso in un video – girato dal collega di Cerciello Rega, Andrea Varriale, anche lui vittima dell’aggressione del 26 agosto – mentre era bendato, motivo per il quale la Procura di Roma ha aperto un’indagine parallela. “È un processo per omicidio, non deve diventare un processo all’Arma dei carabinieri”, tuona l’avvocato della famiglia Cerciello, Massimo Ferrandino. Anche perché nella stessa intercettazione, Elder sembra anche tradirsi e ammettere di essere al corrente della presenza dei due carabinieri, pur essendo in borghese: “Abbiamo visto due poliziotti che si avvicinavano e il tizio grosso mi placca, quello più piccolo raggiunge il mio amico”, dice Finnegan. Tutti i dialoghi, in inglese con accento californiano, saranno tradotti nuovamente su richiesta delle difese.

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