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Angelica Gori: “In famiglia c’è chi ha pianto ascoltando per la prima volta la mia canzone (no, non è chi pensate)”. Ecco chi è la giovane cantante

La figlia del sindaco di Bergamo Giorgio Gori e di Cristina Parodi racconta a IlFattoQuotidiano.it il suo debutto in musica (assieme ad Alessandro Belotti con il duo Chiamamifaro) con “Pasta Rossa”, che racconta un amore finito male. Questa sarà una estate di lavoro per incidere un album e a produrli c'è Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, sognando Sanremo Giovani 2021 (“o se non ce la facciamo anche l'anno successivo”). In famiglia Gori tutti appoggiano la scelta di Angelica, giovane ma forte e determinata, anche se c'è già un Piano B dietro l'angolo 

di Andrea Conti

C’è un’altra figlia d’arte che si affaccia alla musica, a pochi giorni da Jasmine Carrisi, figlia di Al Bano e Loredana Lecciso. Stavolta è il turno della 18enne Angelica Gori – ne compie 19 il 24 luglio – che assieme al compagno di liceo Alessandro Belotti ha fondato il due Chiamamifaro. La cantautrice e il chitarrista sono prodotti da Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari per l’etichetta indipendente UMA Records con distribuzione Artist First. A dire il vero non è un vero e proprio debutto per Angelica, che già nel 2018 con il nome d’arte Gispia, ha pubblicato due singoli in inglese: “”Sketch” e “Feelin’ it”. Chiamamifaro si esibiranno il 23 luglio alla rassegna “Cuori Impavidi” (organizzata da MI AMI Festival & Circolo Magnolia) all’Idroscalo di Milano, per aprire il concerto degli Eugenio in Via Di Gioia. Angelica non solo ha la passione per la musica, ma anche per la danza e lo yoga. Ancora prima di decidere di diventare cantante sembrava che il suo futuro fosse affidato alla ginnastica ritmica, ma così non è stato. Tra le sue passioni quella di piantare piante di cactus che puntualmente muoiono dopo circa due settimane. Ma non si arrende, proprio come succede con la musica.

Qual è stato il passaggio da Gispia a Chiamamifaro?
Sono cresciuta ascoltando solo musica inglese, rock britannico dagli Arctic Monkeys ai The Cooks e quindi per me era naturale scrivere in inglese. Le mie prime due canzoni facevano parte di un progetto ingenuo: erano il mio primo sguardo nel mondo della musica. Poi mi sono trasferita in Inghilterra, dopo il liceo a Bergamo, per frequentare un’altra scuola a Bristol. In quel momento ho riscoperto la bellezza della nostra lingua e il piacere di scrivere brani in italiano, anche se è molto più difficile. Pure Alessandro comunque mi ha spinto alla lingua italiana.

Perché il nome d’arte Chiamamifaro?
Per motivi diversi. Ero sotto un faro quando ho voluto capire che avrei voluto fare la cantante nella vita e poi perché mi piacciono tanto i nomi maschili sulle ragazze.

Quando avete deciso con Alessandro di formare un due?
Conosco Alessandro da tre anni, eravamo compagni al liceo a Bergamo. Inizialmente ci scambiavamo pareri sulla nostra musica. Lui faceva le sue cose, suonava con altra gente e io scrivevo canzoni. Poi un giorno ci siamo detti ‘perché no? Tentiamo di fare qualcosa assieme!’. Così nascono i Chiamamifaro.

“Pasta Rossa” cosa significa per voi?
La nostalgia di un amore finito che si porta dietro le piccole cose che non ci sono più, tra le quali la pasta al sugo condivisa in cucina. È tutto il frutto di un cinema mentale mio perché mi piace raccontare storie, immaginare personaggi che interagiscono tra loro. Le canzoni sono anche il frutto di vicende che mi raccontano amici o persone che conosco.

Qual è stata la prima “recensione” in famiglia, dopo l’ascolto di “Pasta Rossa”?
È stata accolta con entusiasmo anche perché stavolta canto in italiano, quindi il senso della canzone è risultato più immediato. Alla mia famiglia è piaciuto anche il testo e quello che la canzone racconta. Qualcuno si è anche commosso…

Provo a indovinare: era papà?
Eh no, mamma! (ride, ndr)

Tua sorella Benedetta (24 anni) e tuo fratello Alessandro (23 anni) condividono la tua scelta?Altroché! Sono super felici per me e mi supportano tanto. Abbiamo condiviso moltissime cose tra le quali, l’amore per la musica. Insomma tutti e due sono dei giudici perfetti per me: mi danno delle dritte, ma quando c’è da criticare, lo fanno senza nessun problema.

Invece mamma Cristina e papà Giorgio cosa ne pensano?
Mamma e papà per il mio progetto musicale mi stanno vicini e non mancano di farmi sentire il loro appoggio. Naturalmente come tutti i genitori ci tengono affinché ci sia un piano B nella vita e quindi la prospettiva è l’iscrizione all’Università. Mi sembra anche un ragionamento logico da parte loro.

Come nasce l’incontro con Riccardo Zanotti?
Con Alessandro siamo andati al Filagosto Festival, che si tiene a Filago vicino a Bergamo. Eravamo in fila con tantissime persone e dietro di noi c’era Riccardo con il suo batterista Matteo. Io sono super timida, così ci ha pensato Alessandro a presentarsi, rompendo il ghiaccio. Dopo il concerto abbiamo parlato con Riccardo e gli abbiamo fatto ascoltare delle cose nostre, provini molto grezzi, che a lui sono piaciuti molto. Però ci ha detto che dovevamo ancora lavorare sui pezzi, così ha preso a cuore il nostro progetto.

Ci sarà un disco?
Lavoreremo questa estate al disco o a un Ep. Ci sono un sacco di canzoni nel cassetto, ma con Riccardo dovremo capire quali realizzare e soprattutto quante…

Puntate a Sanremo Giovani 2021?
Mi piacerebbe un sacco, ma se non riusciremo quest’anno, sarà per il prossimo ancora.

E i talent?
Ammetto che con Alessandro ci abbiamo pensato… Poi io mi sono trasferita in Inghilterra, sono tornata e abbiamo incontrato Riccardo, così il nostro progetto ha preso un’altra strada.

Il tuo mondo è l’indie, ma c’è qualche tormentone che ti piace?
Diciamo che non sono una grande fan dei tormentoni (ride, ndr).

Quindi il tuo piano B quale sarebbe?
Penso mi iscriverò al corso di Design al Politecnico di Milano.

Ma né il giornalismo né la politica, avendo in casa mamma e papà, ti interessano?
Ci ho convissuto e mi piace molto il confronto, informarmi e capire cosa succede nel mondo. Ma ho capito che voglio fare altro nella vita.

Bergamo è stata una delle città più duramente colpite dalla pandemia e tuo padre, in quanto sindaco, ha vissuto momenti difficili per la gestione. Come avete affrontato questo periodo in casa?
Mi sono sentita ancora più vicina alla mia città. Sono fiera di Bergamo per come ha affrontato questi momenti difficilissimi e per come stia tentando, con mille problemi, a rialzarsi. Ho riflettuto un sacco e ho imparato a stare bene con me stessa. Ho preso un sacco di spunti in questi mesi e sicuramente qualche canzone sarà anche ispirata a quello che abbiamo vissuto.

In molti ti “accuseranno” di essere figlia d’arte, ti dà fastidio questa etichetta?
Sono abituata non me ne vergogno. Non mi dà fastidio e anzi ti dirò che sono figlia d’arte ma fino ad un certo punto. Sono la debuttante di famiglia nel mondo della musica. Nessuno dei miei familiari ha mai avuto esperienze in questo senso e quindi spero di poter dimostrare le mie capacità, oltre al cognome che porto.

(Foto di Laura Stramacchia)

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