di Paolo Di Falco e Andrea Leone
“La cultura del benessere ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, solo l’illusione del futile che porta all’indifferenza verso gli altri”
Papa Francesco
Una frase non detta a caso dal Pontefice, ma pronunciata nella messa in occasione del settimo anniversario della sua visita a Lampedusa dell’8 luglio del 2013. Non c’è un’immagine più azzeccata della bolla di sapone: chi non è mai rimasto affascinato dalle bolle, da bambino? Una bolla che diventa metafora della nostra vita, una bolla da cui spesso non vogliamo uscire, una bolla che lascia fuori gli orrori del mondo. Però c’è una certezza: anche la bolla più bella, prima o poi, scoppierà, e così ci troveremo davanti un’infinità di infamie, orrori di cui eravamo a conoscenza ma che non abbiamo voluto fermare semplicemente perché “non ci toccavano personalmente”.
Il 7 luglio il Senato ha approvato con 260 voti a favore il punto 22 della risoluzione sul rinnovo delle missioni internazionali, che prevede il rifinanziamento della formazione e addestramento della guardia costiera libica. Ci sfugge qualcosa, forse: noi italiani e l’Unione Europa continueremo a finanziare il traffico di essere umani? Basta divagare, iniziamo a chiamare le cose con il proprio nome. Sapete che fanno questi gentiluomini della guardia costiera libica? Torturano i migranti nei campi di prigionia, i lager, con torture che noi non possiamo nemmeno lontanamente immaginare, poi se i migranti sono disposti a pagare di nuovo, lasciano che si imbarchino in mare vicino a qualche nave di passaggio.
In questo momento i torturatori, gli stupratori, gli assassini cambiano casacca e indossano la divisa. Partono con le loro imbarcazioni, che noi finanziamo, e riportano i migranti nei lager, dove tutto ricomincia da capo. Non è un mistero che i boss del traffico di esseri umani e i comandanti della Guardia costiera che dovrebbero stroncarlo siano spesso le stesse persone.
Attenzione: questa ricostruzione non è frutto della fantasia di qualcuno, ma è confermata da oltre duemila testimonianze di migranti che sono agli atti di numerose inchieste giudiziarie, anche italiane, come quelle delle Procure di Trapani e di Catania. Cari italiani, cari complici del traffico di esseri umani che avviene sotto ai nostri occhi, ci rendiamo conto di chi abbiamo e vogliamo continuare a finanziare?
Ancora con le parole di Francesco: “Questo succede oggi con la Libia: ci danno una versione ‘distillata’. La guerra è brutta, sì, lo sappiamo, ma voi non immaginate l’inferno che si vive lì, in quei lager di detenzione. E questa gente veniva soltanto con la speranza di attraversare il mare per una vita migliore”. Basta con versioni distillate, non possiamo continuare a ignorare tutto quello che non vogliamo sapere. All’inferno dei lager contribuiamo economicamente anche noi, a tutto questo non ci opponiamo, ma anzi lo accettiamo. Siamo tutti responsabili!
C’è chi dice che addirittura in maggioranza la tensione fosse altissima, nessuno o quasi voleva rifinanziare tutto ciò. Poi tutto è cambiato e magicamente il peso di una scelta così gravosa è scivolato giù dalle loro spalle facendo prevalere accordi internazionali che qualcuno giudica più importanti di migliaia di vite. Noi italiani rimaniamo inorriditi dinnanzi ai famosi “giochi di palazzo”, gridiamo vergogna e ci lamentiamo di quanto la politica abbia perso la sua essenza, pochissime volte invece critichiamo patti come questi, tanto cosa c’importa a noi? Dobbiamo pensare a noi e al nostro avvenire, mica ai clandestini.
Ecco, se nel primo caso bisogna analizzare l’abilità di un politico nel riuscire a “giocare”, a fare le mosse giuste (perché politica è anche questa), nel secondo bisogna intervenire per fermare questo vuoto di responsabilità e insensibilità di un’intera classe politica troppo attenta agli accordi, ma menefreghista del prossimo. È ancora una questione anche di abilità! Un politico che riesce a fare le mosse giuste è da ammirare, al di là di ogni casacca e colore. Tuttavia, vengono poi a mancare le capacità di contrastare orrori come questo, di far comprendere pure in Europa che tutto ciò non è giusto e che abbiamo l’obbligo di intervenire!
Resta il fatto che mentre noi discutiamo di ciò, moltissime persone muoiono soppressi in quei lager, la loro vita finisce senza un valido motivo, come le bolle di sapone che svaniscono nel nulla. E noi non possiamo essere complici dell’ago che le ha scoppiate!