Con la pandemia collassano l’economia e i sistemi sociali, gli umani muoiono come le mosche. Quelli che se la cavano devono ricominciare. Dopo uno stress, la prima cosa da fare è la diagnosi: cosa lo ha causato? Poi si programma una terapia (un piano) e si emette una prognosi: applicata la terapia ritorneremo alla normalità in un dato lasso di tempo. Ma che significa normalità? Se il paziente fumava, era obeso, alcolizzato e magari si drogava pure, la normalità non è ricominciare come prima. Deve cambiare radicalmente lo stile di vita.
In questo caso il paziente mangiava pangolini e pipistrelli, sguazzando nel loro sangue, infettandosi con virus letali. Poi magari saliva su un aereo e andava a mangiarsi una pizza in Italia, o una salsiccia in Germania, spargendo il virus. In poche ore, oramai, si raggiungono tutti i paesi del mondo. Queste bestiole si vendicano, e ci passano virus per noi mortali. Distruggiamo il loro ambiente, oltre che macellarle. L’economia è obesa e sconvolge il clima, devasta la natura. Erodiamo i sistemi naturali e questi si rivoltano contro di noi. Durante la pandemia l’economia si è messa a dieta e la natura è rifiorita: l’aria si è ripulita, gli animali si sono ripresi i loro spazi.
Abbiamo devastato anche la sfera sociale, oltre a quella naturale, per obbedire alle richieste della sfera economica. Nella regione più “privatizzata” d’Italia si evidenzia come il pubblico sia insostituibile nei momenti di crisi e il privato, non attrezzato per affrontare il gioco duro, immediatamente piagnucola e chiede aiuto allo Stato. Mentre i fannulloni di Stato all’improvviso si scoprono eroi, visto che sostengono l’urto della pandemia. I politici si affidano agli scienziati, in questo caso i medici, e decidono in base al consiglio della scienza. Come potrebbe essere altrimenti? Se crolla un ponte chiedi agli architetti e agli ingegneri, se c’è un’epidemia chiedi ai medici. Abbiamo evoluto la scienza proprio per questo. Le decisioni non si prendono guardando i sondaggi, per poi fare quello che propone la maggioranza. Non basta la maggioranza a rendere piatta la terra, se questo è il risultato di un sondaggio. La scienza non è democratica, mi spiace.
Bene, ora passiamo alla terapia, al piano, alla visione che dovrebbe attuare per ricominciare. Il problema più percepito è di natura economica, e quindi si chiamano gli economisti e, assieme a loro, i tecnologi, e i sociologi, e tutte le categorie. Non viene il dubbio che i nostri problemi derivino proprio dalle impostazioni che hanno sempre predicato proprio gli economisti? C’è una parte del mondo scientifico e sociale che, da decenni, dice che il nostro stile di vita è dissennato, che stiamo erodendo il capitale naturale, e che non è possibile avere umani sani e un’economia sana se si distrugge il capitale naturale. La decrescita attuale è il risultato di politiche economiche che miravano alla crescita. Evidentemente non hanno funzionato.
La natura si rivolta contro di noi, e la logica vorrebbe che si chiamassero anche gli esperti che studiano il capitale naturale: la biodiversità e gli ecosistemi, senza la natura non possiamo vivere. Se la distruggiamo, distruggiamo le premesse del nostro vivere. Chi sono gli esperti del capitale naturale? Le associazioni ambientaliste sono categorie sociali impegnate in prima linea nel difendere la natura, ma esiste una comunità scientifica che la studia professionalmente. Guardo la composizione degli esperti e guardo i loro curricula. Non trovo esperti di natura, solo pochissimi esponenti di associazioni ambientaliste. Il presidente Mattarella ci dice che non possiamo affrontare il problema solo da un punto di vista economico, c’è anche la società. Considerare il punto di vista della natura non passa manco p’a capa. Il problema è che la natura non fa parte della nostra cultura, ce ne consideriamo al di fuori.
PIANO COLAO, ERESIA ACCOSTARE INFRASTRUTTURE E AMBIENTE
Il piano Colao per il rilancio del paese cita una rivoluzione verde per proteggere e migliorare il capitale naturale, ma gli entusiami sono subito smorzati dalla quantità di contraddizioni in piena continuità con il passato sviluppista. La salvaguardia ambientale non è compatibile con la continua aggiunta di infrastrutture. Bisognerebbe avere il coraggio di investire sulla manutenzione dell'esistente. L'ambiente ha bisogno di una scheda tutta per sé,non subordinata alle infrastrutture"Luca Mercalli a #SonoLeVentiPer rivedere gratuitamente la puntata di ieri sera:https://bit.ly/sonoleventi107 #SonoLeVenti ritorna questa sera alle 19.53 sul NOVE
Gepostet von Sono Le Venti di Peter Gomez am Dienstag, 16. Juni 2020
Nel piano Colao l’ambiente è messo assieme alle infrastrutture. Non è trasversale a tutte le misure. Non ci può essere una buona gestione del capitale economico senza una buona gestione del capitale naturale. Non bastano gli economisti per costruire una buona economia. Ma proprio come il coraggio di don Abbondio, se manca la cultura della natura, uno mica se la può dare.
Siamo a un bivio, e pare che non ci sia intenzione di percorrere una nuova strada, riprendiamo la vecchia, quella dell’economia obesa. Il capitale naturale deve entrare nei programmi di formazione, dalle materne a tutti i corsi universitari. Tutti.