Si è trasformata in tragedia una festa di matrimonio celebrata a Urmia, nell’ovest dell’Iran. I genitori di entrambi gli sposi sono morti nei giorni scorsi dopo essere stati contagiati dal coronavirus. A renderlo noto è il rettore dell’università di Scienze mediche della città, Javad Aghazadeh. Stando alle prime testimonianze riferite dall’agenzia di stampa Irna, sarebbero decine gli invitati alle nozze risultati positivi.
La notizia arriva dopo che mercoledì scorso le autorità hanno deciso di vietare nuovamente le cerimonie religiose – compresi matrimoni e funerali – a causa di una recrudescenza nella diffusione del virus. In Iran i morti sono arrivati a toccare quota 13mila, ma rimangono i sospetti che dal conteggio ufficiale manchino all’appello molti decessi. 257.303 i contagi totali. La portavoce del ministero della Sanità, Sima Lari, ha reso noto che nelle ultime 24 ore sono state infettate 2.186 persone, mentre 194 sono decedute. I pazienti attualmente in terapia intensiva sarebbero 3.359.
La situazione è particolarmente preoccupante nella Capitale: secondo Zahra Nejad Bahram, consigliera comunale di Teheran, ogni giorno si registrano in media 600 nuovi contagi e 70 decessi. Nonostante questo, il presidente iraniano Hassad Rohani ha dichiarato alla stampa che “non possiamo fermare le attività economiche per un lungo periodo, e dobbiamo lasciare che proseguano”. L’approccio più facile per combattere il virus è quello di chiudere tutto, ammette, “ma il popolo non lo accetterebbe e il giorno dopo protesterebbe per il caos, la fame e le pressioni risultanti da una tale decisione”. L’Iran resta il Paese più colpito dal Covid-19 in Medio Oriente. Le autorità non hanno mai imposto un lockdown totale e a partire dalla metà di aprile hanno deciso la graduale riapertura di tutte le attività, ma nelle ultime settimane la malattia ha ripreso a correre.