Ci sono sei procure al lavoro sui piani di manutenzione di tre concessionarie autostradali. Indagini penali su Autostrade per l’Italia, Strada dei Parchi e Tangenziale di Napoli sono pendenti a Genova, Pescara, Teramo, Chieti, L’Aquila e Napoli. Molte di queste – in particolare quelle relative ad Aspi e Strada dei Parchi – sono note da tempo. La circostanza emerge da una nota che il dirigente del ministero dei Trasporti, Placido Migliorino, ha inviato il 12 febbraio scorso a un attivista abruzzese, nell’ambito di un contenzioso su un accesso agli atti chiesto dall’uomo. Nella lettera il dirigente ministeriale, che in alcune intercettazioni dell’inchiesta di Genova sui falsi report veniva definito un “cane da guardia”, parla di “inadempienze” e di “procedimenti sanzionatori” riguardo alle manutenzioni relative al quinquennio 2015-2020.

L’accesso agli atti in questione riguardava lo stato dei viadotti e delle gallerie. L’attivista abruzzese, Augusto De Santis, il prossimo 20 luglio si confronterà davanti al Tar Lazio con il Mit e quattro concessionari – Autostrade per l’Italia, Strada dei Parchi, Tangenziale di Napoli, Società Autostrade Meridionali – perché chiede l’annullamento del diniego opposto dal ministero all’ostensione degli atti richiesti in base al Foia italiano.

De Sanctis, difeso dall’avvocato Herbert Simone, ha proposto ricorso ai giudici contro la decisione ministeriale supportata dalle opposizioni delle cinque concessionarie, tutte costituite in giudizio per chiedere che i documenti non siano resi pubblici. Strada dei Parchi a sua volta ha impugnato la nota del responsabile trasparenza del ministero dei Trasporti che, riformulando in minima parte il diniego di Migliorino, aveva concesso di accedere ad alcuni atti della galleria del Gran Sasso.

Nella lettera Migliorino, inoltre, sostiene che nei piani di manutenzione avrebbe evidenziato criticità: “A riguardo lo scrivente – si legge – per gli anni dal 2015 al 2020, ha valutato i piani di manutenzioni proposti dalle Società Concessionarie relazionando alla Direzione generale al fine di avviare i procedimenti sanzionatori che, per quanto noto allo scrivente, non sono stati ancora conclusi”. Le relazioni, spiegava il dirigente del Mit all’attivista, “contengono nel dettaglio le inadempienze manutentive e di programmazione riscontrate da Uit Roma per le quali, come detto, le convenzioni vigenti prescrivono l’avvio di specifici procedimenti da parte del Responsabile Unico del Procedimento, appositamente nominato dalla Direzione Generale”.

Per quanto riguarda la Tangenziale di Napoli, gli accertamenti penali riguardano i viadotti Capodichino e Arena Sant’Antonio. La Polizia stradale, per conto dei magistrati napoletani, lo scorso 12 marzo ha sequestrato nella sede della società documentazione progettuale, relazioni interne e atti relativi alle due opere. Per il viadotto Capodichino tra i 16 documenti posti sotto sequestro risultano gli esiti di vari sopralluoghi del Mit svolti l’8 luglio 2019, il 18 ottobre 2019 e 12 e 13 novembre 2019; i rapporti di ispezione di Spea e dell’Istituto Italiano Saldature; 8 verbali per lavori di somma urgenza; relazione di transitabilità del 10 novembre 2019; le relazioni e i verbali sui lavori svolti e il collaudo. Per il viadotto Arena Sant’Antonio sono stati sequestrati 14 documenti, comprese la verifica della soletta di transizione e gli allegati sullo stato di degrado, le prove di carico e la relazione di calcolo della sicurezza. Il viadotto Capodichino era stato al centro di polemiche relative allo stato di manutenzione, poi oggetto di interventi a fine 2019 e di una prova di carico risalente allo scorso febbraio.

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