La miccia esplode tra le file delle Corte Suprema, dove il giudice Gilmar Mendes, uno dei più anziani e autorevoli tra gli undici magistrati che la compongono, accusa l’esercito di essere “complice del genocidio” messo in pratica dalla politica adottata da Jair Bolsonaro – ora contagiato e in quarantena – per combattere la pandemia da coronavirus. Parole pesantissime che arrivano mentre il Brasile è ancora nel pieno dell’epidemia, con oltre 1,8 milioni di casi e più di 72mila morti. Ma a difendere i militari interviene il ministro della Difesa, generale Fernando Azevedo e Silva, che si è detto “indignato” per le “imprudenti accuse” del magistrato e inoltrerà una denuncia al procuratore generale, Augusto Aras, per l’adozione di “misure appropriate”. “Commenti di questa natura, completamente rimossi dai fatti, provocano indignazione“, si legge in una nota firmata dal ministro e dai comandanti di Marina, Esercito e Aeronautica, dove si “ripudiano con veemenza” le parole del togato. Dalla parte dell’esercito anche il vicepresidente del Brasile, il generale Hamilton Mourao che ha bollato le dichiarazioni di Mendes come una “frase infelice”.

“Il Ministero della Sanità va occupato da tecnici non da militari” – “Va detto chiaramente che l’esercito si sta associando a questo genocidio, non è ragionevole, è necessario porre fine a tutto ciò”, ha dichiarato Mendes, criticando la gestione del generale Eduardo Pazuello, ministro ad interim della Sanità, dopo le dimissioni dell’ortopedico Luiz Henrique Mandetta e dell’oncologo Nelson Teich, che hanno lasciato per divergenze di vedute con Bolsonaro. “Ho assoluto rispetto per le Forze armate, ma non mi astengo dal criticare la loro scelta di occupare il ministero della Sanità. La politica sanitaria deve essere pensata da specialisti, è una situazione che va rivista per il bene delle Forze armate e della salute del Brasile“, ha scritto sui social il magistrato, provocando l’irritazione dei vertici militari.

“La disinformazione ha ampliato la gravità della malattia” – E mentre la pandemia avanza, Bolsonaro, in quarantena da martedì scorso dopo essere risultato positivo al Covid-19, è tornato a criticare quello che ha definito il “panico” provocato dalla pandemia ed espresso la sua preoccupazione per le conseguenze economiche causate dalla crisi sanitaria. Secondo il capo di Stato, “la disinformazione è stata un’arma ampiamente usata” per aumentare la gravità della malattia. “Il panico si è diffuso e questo ha fatto credere alla gente che c’è solo un problema da affrontare”, ha dichiarato Bolsonaro, secondo cui il problema centrale è che “milioni di lavori formali” sono stati distrutti insieme a “decine di milioni di lavoratori informali che sono senza reddito in un Paese sull’orlo della recessione”.

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