Il presidente uscente, che ha puntato su tradizione e nazionalismo, riesce a vincere il ballottaggio dopo un'intera notte di incertezza e il testa a testa negli exit poll. Il sindaco di Varsavia va vicino a far saltare il banco ma si ferma al 48,79%. Il capo della sua campagna denuncia irregolarità soprattutto sul voto all’estero
La svolta europeista della Polonia fallisce per una manciata di voti: la corsa del sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski, si ferma al 48,79%. Dopo un serrato testa a testa, il presidente uscente Andrzej Duda vince il ballottaggio con il 51,21%. I risultati definitivi sono stata comunicati dalla commissione elettorale nazionale, con lo spoglio arrivato al 99,7%: per i risultati definitivi bisognerà aspettare fino a domani, quando si delineerà con certezza il risultato del voto dei polacchi all’estero e di chi ha votato per posta a causa del coronavirus. Improbabile a questo punto un rovesciamento del risultato, dopo una notte in cui entrambi i contendenti sono arrivati a rivendicare la vittoria alle presidenziali. Alla fine meno di due punti percentuali separano i due contendenti: l’opposizione polacca ha denunciato “irregolarità scandalose” alle urne e il capo della campagna di Trzaskowski, Cezary Tomczyk, ha affermato che le irregolarità riguarderebbero soprattutto il voto all’estero (circa mezzo milione di polacchi all’estero erano chiamati alle urne).
Nel ballottaggio delle presidenziali i polacchi sono stati chiamati a scegliere tra due scenari molto diversi per l’avvenire del Paese: alla fine, seppur di poco, ha prevalso la riconferma del presidente uscente, il conservatore Duda. Un populista cresciuto nell’entourage dei Kaczynski e che ha puntato sui valori tradizionali e sull’orgoglio nazionale dei polacchi. Dall’altra Trzaskowski è andato molto vicino a far saltare il banco: un europeista convinto, che ha provato a fare leva sulla tolleranza verso l’altro e sul rispetto delle minoranze per lo sviluppo di una piena democrazia nel suo Paese. Duda è stato sostenuto dal partito conservatore Diritto e giustizia (Pis) del leader Jaroslaw Kaczynski, nonché dal governo del premier Mateusz Morawiecki. Il sindaco di Varsavia è stato appoggiato dalla Coalizione civica, il maggior partito d’opposizione, e dai governi locali, che hanno visto in lui l’ultima possibilità di salvare la Polonia dai tentativi del Pis di accentrare il potere.