Un Gp di Stiria (chiamiamolo pure Austria 2) che ci consegna una Mercedes che per il momento sembra come partecipare ad un campionato a parte, e tutto alla faccia dei presunti problemi di temperature e vibrazioni di cui soffrirebbe la propria power unit.
A rincorrere il solo Verstappen con la sua Red Bull, il compagno Albon, invece, sembra correre su una vettura di un altro team, sempre lontanissimo dall’olandese e mai in gara. Dimostrazione della sua mediocrità ma anche delle capacità di Verstappen di raggiungere il limite di una Red Bull migliorata, anche se in Austria, nelle passate stagioni, ha sempre dimostrato di andare forte. Per valutare, quindi, la Red Bull bisognerà aspettare di vedere le sue prestazioni su piste diverse, magari già in Ungheria si capirà se la crescita è reale e se può essere l’anti Mercedes.
E le Ferrari? Una gara da dimenticare. Una gara durata poche curve e, ancora una volta, come ad Interlagos lo scorso anno, conclusasi a causa di un contatto tra i suoi due piloti. Qui non mi interessa guadagnare simpatie, consensi o apprezzamenti, ma al di là dell’ammissione di colpevolezza di Leclerc e delle responsabilità nell’incidente che tutti gli hanno addossato, credo – ed è la mia personale opinione – che il monegasco non sia l’unico responsabile di quanto accaduto.
Non voglio dire, al contrario, che la colpa debba ricadere interamente su Vettel ma che probabilmente anche lui, in fase di partenza, doveva tener conto di chi arrivava alla staccata da dietro. Lo spazio all’interno c’era e Charles forse non doveva buttarsi dentro con quella decisione, forse Sebastian non doveva chiudere come se in quello spazio fosse impossibile provare un attacco. Quanti altri piloti non si sarebbero “buttati dentro” all’interno?
La mia certo è solo un’opinione e un interpretazione, ma un dato di fatto resta l’assenza di un management all’altezza di un marchio come quello della Ferrari che sappia gestire da un lato i problemi tecnici (un Direttore Tecnico), dall’altro tanti altri aspetti manageriali e anche le beghe tra piloti (Team Principal). Ora tutto è gestito da Mattia Binotto anche se sembra in realtà una situazione assolutamente non gestita e fuori controllo in ogni suo aspetto, sia tecnico che sportivo.