Susanna Ceccardi, candidata governatrice del centrodestra della Regione Toscana, non “né fascista né antifascista“. Anzi “oggi è troppo facile dirsi antifascisti con un nemi che non esiste”. Lo dice lei stessa, in un’intervista all’edizione fiorentina di Repubblica: “Io sono anti ideologica. Vengo anch’io dalla storia rossa, sono nata nel 1987 ma ho una famiglia di tradizione di sinistra, il fratello di mio nonno era un partigiano e fu ucciso dai fascisti. Non sono né fascista né antifascista, aveva un senso la domanda allora, nel 1944. Oggi è troppo facile dirsi antifascisti con un nemico che non esiste“, sono le parole dell’ex sindaca di Cascina, eletta dalla Lega all’europarlamento. Che non chiude al sostegno dell’estrema destra. Alla domanda “accetterebbe voti di Casapound?”, infatti ha risposto: “Il voto è libero e segreto. A nessuno viene chiesto censo, orientamento sessuale, religiosoo politico prima di entrare in cabina elettorale”.
La pupilla di Matteo Salvini sostiene di essere in grado di prendere pure i voti di sinistra della “rossa” Toscana “dicendo la verità“. Per esempio? “Lo slogan acqua pubblica ora piace a tutti ma l’acqua l’ha privatizzata la sinistra. Loro vogliono ingraziarsi l’elettorato, io faccio una valutazionecosti-benefici.Io metterò al centro i temi sociali e la sicurezza. Case popolari modello Cascina: prima gli italiani. Servirà il certificato patrimoniale del Paese di origine per le domande”. Sui rifiuti e l’ipotesi inceneritori, invece, risponde: “Un governatore deve dare l’indicazione politica: non gli inceneritori ma moderni termovalorizzatori, che tutelano la salute e l’economia, per me servono”.
Sul fronte della sanità, invece, la leghista Ceccardi sembra ispirarsi alla Lombardia: “Dobbiamo ripartire dai presidi territoriali. La sanità
pubblica deve essere il nostro modello ma in accordo coi privati. La polemica di Rossi contro i centri privati che facevano i test sierologici è stata assurda:i privati hanno aiutato”. Eppure durante l’emergenza coronavirus non è che il modello Lombardia abbia brillato: “La Lombardia è stata l’unica Regione ad esser messa veramente alla prova. La sanità pubblica deve essere salvaguardata ma non si può rifiutare ideologicamente l’apporto del privato”.
Ceccardi è finita sotto il fuoco incrociato delle polemiche anche perché ha deciso di non dimettersi da parlamentare europea in vista della campagna elettorale: in caso di sconfitta tornerà a Bruxelles. “Giani si è dimesso da presidente del Consiglio regionale? Anche lui dovrebbe allora. Io mi candido a governatrice, non all’opposizione. Se perdo torno nel ruolo per cui mi hanno eletta. La mia collega Bonafè manco si è messa in partita per tenersi la poltrona in Europa, io sì”.