Donald Trump ha accusato l’Oms di essere “un pupazzo della Cina” e per questo ha deciso di ritirare gli Usa dall’organizzazione stessa. Ma da che fonte arriva l’accusa?
Le crisi, si sa, offrono opportunità politiche a candidati particolarmente capaci di offrire speranze fasulle a popoli arrabbiati, disinformati e disperati. Questo fu il caso degli anni susseguenti alla Grande Depressione, le cui conseguenze sociali contribuirono al successo e alla popolarità dei totalitarismi del XX secolo. Questo, invece, è il caso della Grande Recessione, che ha colpito il mondo e gli Stati Uniti dal 2008 in poi e offerto a Donald Trump la possibilità di diventare sorprendentemente il presidente del paese più potente del mondo. Ora la crisi Covid-19 offre ulteriori possibilità.
Descritto molto spesso come un uomo di successo che “si è fatto da sé”, Trump è un miliardario, cresciuto in una famiglia di miliardari, che ha fatto la sua fortuna durante gli anni del boom economico nel settore immobiliare. Per quanto riguarda il suo successo, nella sua carriera Trump è stato protagonista di quattro bancarotte, ma le sue abilità nell’arricchirsi sono fuori discussione. Persuaso fin dalla tenera età a suddividere le persone in vincenti e perdenti, e interpretare la vita come una corsa senza freni verso la ricchezza senza limiti, Trump rappresenta la quintessenza del “sogno americano”: il successo finanziario unito al fallimento umano.
Un editoriale del New York Times ha collezionato tutti gli insulti che Trump ha scaricato sui suoi nemici e avversari politici. La lista è lunghissima. Scorrendola, si nota che tra le accuse più frequenti ci sono quelle di essere bugiardi ed essere pazzi. Secondo i fact checkers americani, tuttavia, il trono del politico più bugiardo appartiene proprio a Trump, che dice falsità nel 91% delle sue esternazioni e ha rilasciato 19.127 affermazioni false o ingannevoli in 1226 giorni di governo.
In effetti, il tycoon americano le spara davvero grosse. Secondo Trump, Obama non sarebbe nato negli Stati Uniti bensì in Kenya, il cambiamento del clima è un’immensa “bufala” dei cinesi tesa a ottenere dei vantaggi competitivi nel settore manifatturiero, i messicani sono per lo più stupratori, e dopo la strage dell’11 settembre si sono avvistati migliaia di musulmani festeggiare l’evento. Sono tutte falsità ovviamente: Trump è uno che se la prende un po’ con tutti, pure con il Papa.
Curiosamente, Trump ha spesso accusato i suoi avversari di follia. Eppure anche in questo caso il magnate vanta un vantaggio competitivo rispetto agli altri candidati politici: ha collezionato un numero cospicuo di autori che hanno messo in discussione il suo quadro psicopatologico.
Secondo Kevin Dutton, un ricercatore della Oxford University, Trump soffre di psicopatia e di un disturbo narcisistico della personalità molto profondo. A parere di John Tsilimparis, Trump non è solo profondamente narciso, ma soffre anche di disturbi maniacali e paranoidi. Un altro editoriale di Bill Blum conferma il disturbo narcisistico di Trump e sottolinea la solitudine interiore e le ossessioni di Trump, il cui unico interesse nella vita è il suo potere e il suo denaro.
La popolarità di Trump però rimane una domanda aperta. Secondo Noam Chomsky, il successo di Trump è in parte attribuibile al crescente senso d’ingiustizia percepito dai bianchi americani, marginalizzati da un’economia sempre più iniqua, che ha gradualmente eroso il loro potere d’acquisto e stato sociale.
Una recente analisi ha evidenziato che, dal 1999 al 2013, c’è stato un drastico incremento della mortalità tra i bianchi americani di età compresa tra i 45 anni ai 54 anni. Questo trend è in netta controtendenza rispetto ai dati di mortalità di tutte le altre etnie e gruppi di età. La stessa analisi ha mostrato che se il tasso di mortalità tra i bianchi di mezza età fosse continuato a diminuire con la stessa velocità del tasso di mortalità riscontrato tra il 1979 e il 1998, si sarebbero potuti evitare circa mezzo milione di morti.
La popolarità di Trump è quindi in parte spiegata dall’ingenuità di un popolo alla disperata ricerca di una soluzione ai suoi problemi sociali ed economici (creati non solo da partiti conservatori, ma anche da quelli di centro-sinistra, o quelli che potremmo chiamare la sinistra neoliberista). La rabbia e la frustrazione dei sostenitori di Trump, causate da più di trent’anni di politiche economiche che hanno funzionato come Robin Hood alla rovescia – arricchendo i super-ricchi e impoverendo tutti gli altri – sono umanamente comprensibili, ma credere che Trump sia la soluzione a questi problemi è una grande illusione. L’unico interesse che sta davvero a cuore al magnate a stelle a strisce è il suo.
Le bugie di Trump sono secondo me facilmente catalogabili all’interno di un deliberato progetto di manipolazione. Sono basate sull’intuizione non certo originale per cui se dici una bugia un numero sufficiente di volte, e continui a ripeterla, eventualmente verrà creduta.