L’opera d’arte era apparsa all’improvviso, nel giugno del 2018, sulla porta di servizio del locale coinvolto nell'attentato terroristico nel 2015. Sei mesi dopo venne rubata per poi essere ritrovata in un casolare in provincia di Teramo
Tornerà a breve a Parigi l’opera d’arte attribuita al famoso streetartist Banksy apparsa sulla porta di servizio del Bataclan nel giugno del 2018. L’opera, un omaggio alle vittime dell’attentato terroristico di matrice islamica del 13 novembre 2015, era stata rubata nel gennaio del 2019, per essere poi ritrovata lo scorso 10 giugno nel Teramano. Prima di partire per il viaggio d’Oltralpe, la “ragazza triste” verrà esposta a Roma, a Palazzo Farnese, il 14 luglio, giorno in cui in Francia si celebra la presa della Bastiglia, atto culminante della Rivoluzione francese. Con l’occasione il procuratore distrettuale dell’Aquila, Michele Renzo, e il generale Roberto Riccardi, comandante dei carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, consegneranno l’opera all’ambasciatore francese Christian Masset.
Si conclude nel migliore dei modi una storia travagliata che aveva scosso profondamente l’opinione pubblica francese. Per lo staff del Bataclan, che aveva espresso “profonda indignazione” per il furto, si tratta di un’opera d’arte di tutti, “residenti, parigini e cittadini del mondo”. L’opera ritorna a casa, mentre le indagini sono ancora in corso. In Francia sono state arrestate nove persone d’origine magrebina che si pensa siano complici del furto. In Italia, invece, è stato fermato l’imprenditore di Tortoreto (Teramo), che si sarebbe occupato di nascondere l’opera nel casolare a Sant’Omero.
L’opera era stato ritrovata sei mesi dopo il furto, il 10 giugno scorso, grazie a un’operazione congiunta di magistratura e polizia francese, Direzione distrettuale antimafia e Antiterrorismo dell’Aquila. Si trovava nell’attico di un di casolare a Sant’Omero, nel Teramano. Adesso, dopo l’esposizione a Roma, tornerà a Parigi, anche se il suo destino nel prossimo futuro rimane incerto. La speranza è che possa tornare presto al suo posto, sulla porta dell’uscita di sicurezza del teatro parigino, lì dove ha più senso lasciarla: “Libera, nella strada, accessibile a tutti”. Perché, come aveva ricordato lo staff del Bataclan, “l’essenza stessa dell’arte urbana è di dare vita a un’opera d’arte in un ambiente particolare, e siamo convinti che questa opera aveva un senso solo in questo posto”.