I "Millionaires for Humanity" chiedono ai leader politici di pagare più tasse in modo "sostanziale" e "permanente". Al momento i firmatari sono 173, tra loro nessun italiano
“Tassateci, tassateci, tassateci. È la scelta giusta. Ed è l’unica possibile”. Parte dagli Stati Uniti la lettera – a cui attualmente hanno aderito 173 persone – in cui i milionari sottoscriventi si rivolgono ai governi per chiedere di pagare più tasse. L’appello, lanciato sul sito millionairesforhumanity alla vigilia dell’incontro tra i ministri dell’Economia del G20 e nel mezzo della trattativa sul piano di rilancio dell’Europa, punta a una misura “sostanziale” e “permanente“. Perché, si legge, “noi milionari non dobbiamo preoccuparci di perdere il lavoro, la casa e la possibilità di sostenere le nostre famiglie”.
L’impatto della crisi causata dal Covid-19 “durerà per decenni”. Ed è per questo che “non è sufficiente la carità e i leader dei Paesi devono pensare da subito a una tassazione più consistente”. Nel documento, dicono i Millionaires for Humanity, “non siamo noi a prenderci cura dei malati. Non siamo noi a lavorare in prima linea nelle terapie intensive. Non stiamo rifornendo cibo porta a porta. Eppure abbiamo soldi. Tanti soldi. Che ora sono disperatamente necessari. Abbiamo un ruolo fondamentale per la guarigione del nostro mondo”. L’unico vincolo imposto dall’appello riguarda i politici, che “devono raccogliere i fondi e distribuirli equamente“.
Nella lista di firmatari compaiono molti statunitensi, ma anche tedeschi, francesi, russi, olandesi, inglesi e canadesi (nessun italiano, al momento). Tra loro, l’erede di Walt Disney, Abigail, la filantropa Mariana Bozesan e il co-fondatore del colosso americano dei gelati Ben&Jerry, Jerry Greenfield. Secondo i dati del rapporto Oxfam dello scorso anno, 2.153 milionari possedevano più ricchezza di 4,6 milioni di persone, cioè quasi il 60% della popolazione mondiale.