L'associazione di volontari: “Tutto tace sia per i ricoveri di bambini ammalati di tumore, sia per l’eventuale disponibilità del reparto stesso ad accogliere bimbi soggetti a terapie pediatriche. Questa situazione rasenta un episodio di malasanità”
Il reparto di oncologia pediatrica del Policlinico Umberto I è stato chiuso a marzo per un sospetto Covid. Ma ora che il lockdown è alle spalle e si è tornato anche a ballare nelle discoteche, i bambini restano comunque “parcheggiati” al Bambin Gesù, in attesa di ritornare nel reparto a loro dedicato presso l’antico nosocomio. Accade a Roma, dove dieci bambini (e altrettante famiglie) da quattro mesi attendono di sapere se potranno tornare alla normalità delle loro cure e dell’assistenza che gli veniva riservata. Allo stesso modo, è impossibile effettuare altri ricoveri, almeno finché il reparto resterà chiuso.
“Tutto tace – spiega Anna Maria Festa, la presidente dell’Associazione di volontari Amici di Marco D’Andrea, che da anni si occupa dei bimbi malati di cancro – sia per i ricoveri di bambini ammalati di tumore, sia per l’eventuale disponibilità del reparto stesso ad accogliere bimbi soggetti a terapie pediatriche. Questa situazione rasenta un episodio di malasanità e di totale disinformazione verso chi ha un ruolo fondamentale ed essenziale nella quotidianità ospedaliera”.
Il problema vero, secondo Festa “non è la chiusura del reparto, ma la non disponibilità, da parte della struttura, a dialogare. Se ci dicessero che non hanno i numeri per l’oncologia e che vogliono aprire un reparto di pediatria generale, per noi andrebbe bene. Ci adegueremmo”. L’associazione rileva anche “mancate richieste di incontro con la direzione generale” e “mancate risposte”.
Va detto che il Bambin Gesù di Roma, che per ospita “temporaneamente” i bambini, è un’eccellenza italiana ed europea nel settore, ma è la condizione di “precarietà” a preoccupare le associazioni. “Un malato oncologico, durante la terapia, stabilisce un rapporto di fiducia con il suo medico, che diventa il punto di riferimento”, rileva Festa, che si fa portavoce anche delle associazioni Alti-Io Domani e Mary Poppins: “Così è per le famiglie, per i bambini. Cambiare è un trauma”.
Il tema di pediatria oncologica all’Umberto I rischia di diventare anche un caso politico. In Regione Lazio attende repliche un’interrogazione del consigliere di maggioranza del Partito democratico, Emiliano Minnucci, secondo cui “vi è la necessità di riportare i piccoli pazienti oncologici in una struttura dedicata esclusivamente a loro, in quanto immunodepressi, al fine di garantirgli la giusta protezione che, di fatto, non può essere attualmente garantita presso il Bambin Gesù.
Non solo. Al Policlinico sembrano esserci problemi anche con il reparto di oncologia per adulti. Nei giorni scorsi anche la consigliera regionale di Fratelli d’Italia, Chiara Colosimo, ha presentato un’interrogazione dove si chiedono i motivi per i quali “il reparto di degenza dell’oncologia Uoc B non è ancora stato riaperto” e “per cui non viene garantito un numero adeguato di personale sanitario presso la Uoc Oncologia A”.
Ilfattoquotidiano.it ha provato a contattare sia l’ufficio stampa della struttura, sia il direttore generale Vincenzo Panella, senza ricevere risposta. E anche l’assessorato alla Sanità della Regione Lazio ci ha rimandato, per le spiegazioni, al nosocomio di viale del Policlinico, che è anche un’azienda ospedaliera autonoma. Da cui appunto non arrivano risposte.