“Diciamo di no alla caccia alle streghe e al giustizialismo del Movimento Cinque Stelle con i Benetton”. Il sindaco di Treviso, Mario Conte, con i suoi colleghi primi cittadini di Ponzano Veneto, Antonello Baseggio, e Villorba, Marco Serena, difendono la famiglia trevigiana dopo l’accordo trovato in Consiglio dei ministri sull’iter di revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Tutti e tre sono sindaci leghisti e nel loro territorio c’è il “feudo” degli imprenditori: lì infatti sorgono strutture dirigenziali o produttive dei Benetton, il nome di una famiglia legato da sempre alla terra di origine, anche se poi è diventata una multinazionale. A Ponzano c’è Villa Minelli, con il quartier generale, a Villorba gli stabilimenti, a Treviso il palazzo di rappresentanza in piazza Duomo.
La presa di posizione è virulenta: “Chiediamo rispetto, coerenza e legalità”, hanno dichiarato attraverso lettere e interviste. “Desideriamo denunciare che l’aggressione politica e mediatica cui è sottoposta la famiglia Benetton è una banale e volgare caccia alle streghe che sta assumendo le caratteristiche di istigazione all’odio sociale”. Cercano di operare un distinguo, non facile, tra persone e strutture societarie, visto che i Benetton hanno sempre dato la loro impronta a tutto ciò che ha fatto il gruppo: “Nel caso Atlantia-Autostrade sono in gioco società e amministratori, non le famiglie. È all’interno dei consigli di amministrazione che vanno individuate le responsabilità di gestione, le mancanze e le omissioni di chi avrebbe dovuto controllare. Una coerenza di azioni semplice, che seguirebbe i principi della legalità, caposaldo della nostra Costituzione a tutela di tutti coloro che hanno subito danni diretti e indiretti”.
Non sono solo i sindaci a parlare, ma anche il partito. “Se non sbaglio l’Italia è ancora uno stato di diritto – ha dichiarato Gianangelo Bof, commissario provinciale della Lega nel Trevigiano – quindi non capisco questa corsa a condannare prima che la magistratura si sia espressa”. Se la famiglia Benetton, aggiunge, “ha sbagliato qualcosa ce lo diranno i giudici. E poi vedremo se le eventuali responsabilità sono dei manager o della proprietà. E solo allora ci potranno essere giudizi seri e concreti. La condanna preventiva la trovo eccessiva. Come trovo del tutto fuori luogo l’attacco alla famiglia prima della sentenza”.