Ventiquattro anni di carcere. È questa la condanna inflitta dalla Corte d’Assise di Milano nei confronti di Ousseynou Sy, il 47enne che nel marzo scorso dirottò un bus con cinquanta ragazzini a San Donato Milanese. Una sentenza che ha accolto le tesi dei pm Luca Poniz e Alberto Nobili e delle parti civili riconoscendo la “finalità di terrorismo”. “Non avevamo pretese se non che la giustizia mostrasse di poter rispondere in modo equilibrato ma fermo ai fatti accaduti e così è stato fatto”, spiega una delle madri dei bambini sequestrati. “È passato il principio per cui il ministero della Pubblica istruzione è responsabile di quanto accade ai bambini nel corso dell’orario scolastico – aggiunge l’avvocato di parte civile Antonio Ennio Andronico – in quanto è stato condannato in solido con le Autoguidovie e con Sy”. Nel corso della mattinata, Sy aveva deposto per oltre mezz’ora respingendo le accuse e attaccando l’ex ministro dell’Interno. “Ha rischiato di fare qualcosa di clamoroso – conclude uno dei padri dei ragazzini che ha partecipato alla lettura della sentenza nell’aula bunker di San Vittore – il fatto che non se ne renda conto è ancora più grave. Ha detto di voler difendere i deboli, ma è lui che, essendo forte, ha avuto a che fare con i deboli, loro erano dei ragazzini innocenti”.