Un nuovo sospetto sabotaggio a strutture strategiche dell’Iran. Dopo le misteriose esplosioni che si sono susseguite da inizio luglio, almeno sette navi hanno preso fuoco nei cantieri navali di Delvar Kachti, nel porto sudoccidentale di Buhsher, sul Golfo Persico. A riferirlo è l’agenzia di stampa locale Irna che ha anche precisato che non ci sono vittime, mentre è ancora attesa una comunicazione da parte dei vertici della Repubblica Islamica. I pompieri sono al lavoro per cercare di domare le fiamme nella zona meridionale del porto, dove si segnalano fitte nubi di fumo nero.

L’episodio, ancora tutto da ricostruire, fa parte di una serie di esplosioni e presunti sabotaggi che hanno interessato strutture nevralgiche del Paese, come quella nella centrale nucleare di Natanz, o quella nella miniera di Zargan ad Ahvaz, nel sud-ovest del Paese, che spinse l’Iran a emettere un avvertimento per Israele e gli Stati Uniti. C’è stata poi quella nel complesso militare di Parchin, che secondo gli analisti della Difesa israeliana dispone di un sistema di tunnel sotterraneo e strutture per la produzione missilistica, oltre al sabotaggio nel centro petrolchimico di Karun, nella città di Mahshahr.

Episodi che avevano messo in imbarazzo il regime degli ayatollah che, non a caso, aveva lanciato messaggi minacciosi contro chiunque avesse condotto azioni di sabotaggio nei confronti di strutture iraniane. Teheran ha sempre negato una regia straniera, parlando di episodi casuali, ma secondo diversi analisti almeno alcuni potrebbero essere riconducibili a cyber-attacchi di Paesi ostili. E il primo indiziato, anche se non citato dai vertici della Repubblica Islamica, è il Mossad israeliano.

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