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La regina Elisabetta vende il suo gin (a 45 euro a bottiglia) per pagare i debiti di Buckingham Palace

La mancanza di visitatori all’interno del palazzo reale ha comportato un calo drastico delle entrate e ora i dipendenti temono per la prima volta il licenziamento

Anche a Buckingham Palace la crisi si fa sentire. Il lockdown dovuto all’emergenza coronavirus è costato alla famiglia reale inglese un debito di almeno 30 milioni di sterline, dovuto soprattutto alla perdita di visitatori nelle tenute reali, una fonte di reddito non indifferente per le casse del ‘Royal Collection Trust’. Un debito talmente alto, in una situazione ancora tutta in evoluzione, che per la prima volta la regina potrebbe trovarsi costretta a licenziare decine di dipendenti.

Ma per scongiurare quest’ipotesi, la Sovrana è già corsa ai ripari. Per far ripartire il merchandising, altra fonte di ingenti incassi per il Rct, la regina Elisabetta II ha approvato la distribuzione e la vendita del gin prodotto nel palazzo, con una ricetta a km 0 composta da ingredienti prodotti tutti nei giardini reali. ‘A small batch – Dry gin’ (letteralmente “un piccolo lotto di gin secco”) è il nome ufficiale del liquore che è già acquistabile sul sito dell’Rct al prezzo di 40 sterline (45 euro circa), ma solo nel Regno Unito.

Intanto i dipendenti della famiglia reale attendono novità, specialmente dopo che si è deciso di sospendere tutti i pagamenti mentre si lanciava una consultazione interna sul regime pensionistico. Il ‘Royal Collection Trust’ rappresenta circa un quinto degli ingressi delle casse reali. Il suo ruolo è quello di gestire l’afflusso di turisti all’interno di Buckingham Palace, Windsor e negli altri possedimenti reali, oltre che portare avanti la vendita del merchandising. A causa del lockdown imposto dall’emergenza coronavirus, in questi mesi i possedimenti reali non sono stati visitabili, il che ha fatto calare drasticamente gli ingressi. L’Rct ha stimato per quest’anno una perdita intorno ai 64 milioni di sterline, che potrebbe non risollevarsi nemmeno se le condizioni sanitarie dovessero migliorare. I possedimenti reali “potrebbero non essere pienamente operativi fino al 2021” si legge in una nota interna scritta dal Lord Ciambellano Lord Peel, che aggiunge: “Anche quando le misure per il lockdown si allenteranno, il distanziamento sociale e il cambiamento dell’attitudine al viaggio significherà una probabile diminuzione del numero di visitatori per svariati anni”.

Per i dipendenti di Windsor e Buckingham Palace, dunque, si prepara una stagione in preda all’incertezza. Senza sapere se dal giorno di riapertura degli spazi reali, il 23 luglio, si tornerà a lavorare a pieno regime né se la Regina, con il suo Dry-gin, riuscirà a limitare i danni causati dal lockdown e salvare, così, i suoi dipendenti da un possibile licenziamento.