L'omicidio risale al 5 ottobre 2016, quando il 57enne di Cesena strangolò la 47enne di origine moldava: i due avevano una relazione da circa un mese. "Finalmente siamo tornati a parlare di giustizia, anche a Bologna", ha commentato l'avvocata della famiglia Matei Lara Cecchini all'Ansa. La legale ha riferito di aver parlato con la sorella di Olga, Nina, attualmente in Moldavia. "Ha tirato un sospiro di sollievo, sente che la memoria di sua sorella ora è rispettata, non tradita"
La Corte d’Assiste di Bologna ha confermato la pena di 30 anni per Michele Castaldo, imputato per aver strangolato e ucciso la ex Olga Matei a Riccione nel 2016. Il nuovo processo di secondo grado è stato disposto dopo l’annullamento, da parte della Cassazione, della sentenza che citava la “soverchiante tempesta emotiva” per concedere le attenuanti generiche e, di conseguenza, ridurre a 16 anni la pena. Una decisione che aveva provocato numerose polemiche e non condivisa dalla procura generale che aveva deciso di ricorrere in Cassazione. L’omicidio risale al 5 ottobre 2016, quando l’operaio 57enne di Cesena strangolò la commessa 47enne di origine moladava: i due avevano una relazione da circa un mese.
Durante la requisitoria, il sostituto pg Valter Giovannini ha ricordato il caso dell’espressione “tempesta emotiva” citata nelle motivazioni: “La frase”, ha detto, “dal sapore quasi letterario, se estrapolata dal robusto argomentare svolto dal perito, professor Renato Ariatti, non significa assolutamente nulla sul piano della valutazione giuridica. Vuole semplicemente dire che l’imputato ha agito con rabbia”. Secondo il pg si trattò di un “sentimento feroce, manifestato però da persona ritenuta, con convincenti argomentazioni peritali, assolutamente capace di intendere e di volere. Aggiungiamo noi: e quindi, se solo avesse voluto, capace di contenere i propri istinti, così tenendo a bada il sentimento di frustrazione e odio tipico di chi non accetta di essere lasciato da una donna, considerandola ormai una sua proprietà. Lasciare una donna è ammissibile, essere lasciati è intollerabile al punto di pronunciare una frase sentita troppe volte nelle aule di giustizia: ‘Se non potrai essere mia non sarai di nessun altro'”.
“Finalmente”, ha commentato l’avvocata della famiglia Matei Lara Cecchini all’Ansa, “siamo tornati a parlare di giustizia, anche a Bologna”. La legale ha riferito di aver parlato con la sorella di Olga, Nina, attualmente in Moldavia. “Ha tirato un sospiro di sollievo, sente che la memoria di sua sorella ora è rispettata, non tradita”.