La Commissione Ue rilancia la sua offensiva contro l’evasione fiscale delle aziende in Europa ed alza il tiro per colpire quei Paesi che concedono non solo "misure preferenziali" ma che hanno in piedi "regimi fiscali che possono avere gli stessi effetti dannosi". Il commissario all’economia italiano sottolinea i rischi di "una tassazione aggressiva" di "5-6 Stati membri"
L’Olanda e altri Paesi membri attuano una “politica di tassazione aggressiva” che “rischia di danneggiare la parità di condizioni nel mercato unico. Da sempre la Commissione incoraggia a correggere queste distorsioni”. Nel giorno in cui il Tribunale dell’Ue ha stabilito che Apple non deve pagare 13 miliardi all’Irlanda, la Commissione Ue rilancia la sua offensiva contro l’evasione fiscale delle aziende in Europa ed alza il tiro per colpire quei Paesi che concedono non solo “misure preferenziali” ma che hanno in piedi “regimi fiscali che possono avere gli stessi effetti dannosi“, togliendo gettito ai Governi e quindi ai cittadini. Il commissario all’economia Paolo Gentiloni fa esplicitamente il nome dell’Olanda, la grande avversaria dell’Italia nella partita sul Recovery Fund che si giocherà al Consiglio europeo di venerdì e sabato: “Non parliamo di paradisi fiscali, ma dei rischi di una tassazione aggressiva che, per attrarre le imprese, rischia di danneggiare la parità di condizioni nel mercato unico”.
La Commissione europea ha adottato oggi un nuovo pacchetto fiscale per garantire che la politica dell’Ue in materia di tassazione sostenga la ripresa economica post-Covid e la crescita a lungo termine dell’Europa. Un’iniziativa che arriva all’indomani delle raccomandazioni presentate da Bruxelles per evitare che gli aiuti per il rilancio della pandemia vadano a imprese che hanno legami con i paradisi fiscali extra europei. “Il pugno duro della Commissione è un avvertimento anche per l’Olanda“, aveva commentato Sabrina Pignedoli, europarlamentare M5s. Pugno duro confermato con il pacchetto odierno che propone, tra il resto, di modificare il Codice di condotta della tassazione per le imprese che finora ha regolato il concetto di ‘concorrenza fiscale equa‘ all’interno della Ue.
Gentiloni cita in particolare le raccomandazioni specifiche per i Paesi europei che la Commissione ha presentato a maggio: già in quel contesto l’ex premier italiano aveva dichiarato guerra ai “sistemi fiscali di alcuni Stati membri sono ancora utilizzati da società che si impegnano in una pianificazione fiscale aggressiva“. I “5-6 Paesi” a cui si riferisce Gentiloni sono certamente Cipro, Olanda, Irlanda, Lussemburgo e Malta, destinatarie di un ammonimento. L’argomento fisco è tornato d’attualità in vista delle risorse che arriveranno per sostenere la ripresa post-Covid e la partita s’intreccia proprio con la trattativa sul Recovery Fund. Il Financial Times ha ricordato che “a Sud dell’Aia qualcuno potrebbe cominciare a chiedersi se le finanze del suo Paese non sarebbero oggi in condizioni migliori se l’Olanda non gli avesse sottratto legittime entrate fiscali attraendo imprese straniere con un regime di tassazione molto favorevole”. Gentiloni, proprio in un editoriale sul Financial Times, ha proposto di passare dal sistema di voto all’unanimità a quello a maggioranza qualificata sulle materie fiscali attraverso il ricorso alle disposizioni già contenute nel Trattato Ue: un modo per scardinare le resistenze di alcuni Paesi, con in testa sempre l’Olanda.
“Una tassazione equa è il trampolino di lancio che aiuterà l’economia a riprendersi dalla crisi. Dobbiamo rendere la vita più facile a cittadini e imprese onesti quando si tratta di pagare le tasse, e più difficile per truffatori e imbroglioni fiscali”, ha detto Gentiloni in conferenza stampa. La Commissione intende agire per gradi. Prima di tutto attraverso un piano d’azione “per una tassazione equa e semplice che sostenga la ripresa”, che contiene 25 iniziative da attuare entro il 2024. Tra queste: ridurre gli ostacoli amministrativi per le imprese, attraverso una “semplificazione fiscale” che vada anche verso un sistema europeo dell’Iva, aiutare le autorità a condividere dati in modo efficiente per combattere frode ed evasione, rivedere la direttiva sulla cooperazione amministrativa per estendere le regole sulla trasparenza anche alle piattaforme digitali. Gli Stati si scambieranno automaticamente le informazioni sulle entrate generate dai venditori online, cosa che aiuterà non solo le autorità nazionali a identificare dove le tasse devono essere pagate, ma ridurrà anche il peso amministrativo delle imprese che non dovranno rispettare i diversi obblighi di reporting. Infine c’è appunto la riforma del Codice di condotta per la tassazione delle imprese, per assicurare che possa effettivamente individuare e contrastare tutte le forme di concorrenza fiscale sleale e dannosa. Non è ancora una proposta legislativa, ma per ora solo una comunicazione su cui gli Stati potranno confrontarsi.