Nella fascia 15-24 anni la partecipazione cala al 41,9% dal 42,3%. In Italia 18,2% contro il 18,6% del trimestre precedente
Si fa sentire in tutti i Paesi sviluppati l’impatto del coronavirus sul mercato del lavoro. E i più colpiti sono i giovani. Stando ai dati diffusi giovedì dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Nel primo trimestre il tasso di occupazione è sceso al 68,6% dal 68,9% del precedente trimestre, segnando la prima flessione da inizio 2013. La partecipazione al mercato è scesa allo stesso passo per uomini e donne, rispettivamente al 76,1% e al 61,3%, mentre l’occupazione giovanile, nella fascia 15-24 anni, scende al 41,9% dal 42,3%.
Il numero di persone (di età compresa tra 20 e 64 anni) che erano assenti dal lavoro a causa di un licenziamento temporaneo nell’Unione europea, dove sono considerate occupate, è aumentato drasticamente a 2,3 milioni nel primo trimestre del 2020 (da 0,3 milioni nel quarto trimestre del 2019). Mentre negli Stati Uniti, dove sono considerati disoccupati, sono aumentati a 1,8 milioni nel marzo 2020 (dagli 0,8 milioni di dicembre 2019).
In Italia, l’occupazione è lievemente calata al 59,1% nel primo trimestre 2020, contro il 59,2% del trimestre precedente. Sempre nel nostro Paese, il tasso di occupazione di donne e uomini è sceso rispettivamente al 50% (contro il 50,2%) e al 68,2% contro il 68,3%. Quello dei giovani è sceso invece al 18,2% contro il 18,6% del trimestre precedente.
Dati più recenti per il secondo trimestre 2020 mostrano un calo molto più marcato del tasso di occupazione negli Stati Uniti, di quasi 9 punti percentuali, al 62,6%, con il numero di occupati (129 milioni) al livello più basso dal quarto trimestre del 1998. Analogamente, in Canada, il tasso di occupazione è sceso al 64,7% nel secondo trimestre (dal 73,2% nel primo trimestre). Il tasso di occupazione giovanile negli Stati Uniti è stato particolarmente colpito (in calo di oltre 12,0 punti percentuali, al 38,6%), rispetto ai lavoratori di età compresa tra 25 e 54 anni (fino al 71,5% dall’80,1%) e 55-64 (dal 63,5% al 57% ). Durante il secondo trimestre, il numero di persone in stato di licenziamento temporaneo negli Stati Uniti ha raggiunto i 18,1 milioni in aprile, prima di scendere a 10,6 milioni a giugno.