Un gruppo di alcune decine di persone oggi, di fronte a Montecitorio, ha protestato contro il disegno di legge a prima firma dell’esponente dem Alessandro Zan, che ha l’obiettivo di contrastare l’omofobia. Al presidio, battezzato “Restiamo liberi”, hanno partecipato il segretario della Lega, Matteo Salvini, accompagnato da alcuni parlamentari del Carroccio, come Simone Pillon, e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, nonché esponenti del Popolo della famiglia, come il medico Massimo Gandolfini, ed esponenti dei gruppi Pro Vita. Proprio Meloni, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha negato che gli omosessuali in Italia siano “discriminati”. Una dichiarazione smentita dagli ultimi dati resi disponibili da Gay Help Line che, in occasione della giornata contro l’omofobia del 17 maggio scorso, ha rivelato come le richieste d’aiuto per abusi e violenze nell’ultimo anno siano cresciute del 9 per cento. In quell’occasione lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si sono esposti per chiedere maggiore inclusione e rispetto.
Il ddl Zan, intanto, è approdato in commissione Giustizia: il testo si prefigge di modificare l’articolo 604 bis del codice penale, inserendo la punibilità per atti discriminatori “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”. E proprio in commissione, Lega e Fratelli d’Italia hanno iniziato l’ostruzionismo per impedire che il provvedimento arrivi mai (o almeno in tempi breve) a un’approvazione. Come ha riferito la presidente Francesca Businarolo del M5s, sono arrivati 1017 emendamenti, di cui sette di Iv, 14 del Misto, quattro del Pd, 17 di FI, 482 di FdI e 493 della Lega: “Martedì prossimo diremo quanti sono ammissibili e avvieremo le votazioni – ha detto Businarolo – Mi auguro che nonostante la mole degli emendamenti i lavori potranno svolgersi nei tempi utili per rispettare il calendario già stabilito dall’Aula che prevede la calendarizzazione del testo per il prossimo 27 luglio. Abbiamo adottato un buon testo base sul quale sono possibili limature per rendere più condivisa possibile una legge che il Paese attende”.