“Non tutti i colpevoli di questo reato sono stati sottoposti a giudizio”. Lo ha detto l’avvocato Antonio Ingroia durante il suo intervento nel processo “‘Ndrangheta stragista” impegnato ad assistere, come parte civile, i familiari dei carabinieri Fava e Garofalo, uccisi il 18 gennaio 1994. Per quell’agguato sono imputati boss Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone con l’accusa di essere i mandanti del duplice omicidio. “Credo che una verità, non ancora tutta, ma una verità vera in questo processo si è acquisita – ha affermato l’ex magistrato di Palermo – Noi sappiamo che i due odierni imputati non sono gli unici colpevoli. Anzi, ci sono altri colpevoli, probabilmente e a mio parere certamente, in misura più grave. Altri colpevoli che non sono mai stati indagati o processati”.
“La verità piena – ha aggiunto Ingroia – è soprattutto legata alla decisione eventuale di Graviano di fare piena luce su questi fatti e sulla strategia stragista, oscura e sanguinosa, che ha interessato il biennio 92-94, e che ha condizionato il ventennio venuto dopo e le sorti politiche del Paese”. A margine dell’udienza, Ingroia ha ribadito che “Graviano e Filippone erano i rappresentanti di un mondo, di Cosa Nostra e ’Ndrangheta, che ha ordinato di commettere questi omicidi dei carabinieri dentro una strategia più ampia concordata con altri. Sarebbe comprensibile che ne consegua un’indagine bis però deciderà ovviamente la procura di Reggio Calabria. Graviano ha dato degli input molto chiari. Io ho fatto un vero e proprio appello a Graviano che si lamenta di essere stato usato e poi gettato via. Per evitare che questo accada, il pallino è nelle sue mani: dica la verità e potrà cambiare la storia”. E se Graviano dovesse pentirsi, in Italia che succederebbe? “Un terremoto di proporzioni colossali”, è stata la risposta di Ingroia.