Condannato a 30 anni di carcere a Dimitri Fricano, il 32enne di Biella accusato di aver ucciso l’11 giugno del 2017 la fidanzata Erika Preti con 57 coltellate mentre si trovavano in vacanza in una villetta a San Teodoro, nel Sassarese. La Corte d’appello di Sassari, presieduta da Plinia Azzena, ha quindi confermato la sentenza in primo grado, accogliendo le richieste della procuratrice generale Gabriella Pintus.

L’uomo – secondo la ricostruzione della procura, sposata dai giudici – aveva aggredito e ucciso la sua fidanzata a seguito di una lite nata per della sporcizia sul tavolo. Due giorni dopo l’omicidio, fu lui stesso a confessare: “Erika mi ha accusato perché il tavolo era sporco, abbiamo iniziato a insultarci e io non ci ho più visto”. I genitori della giovane, Fabrizio Preti e Tiziana Suman, si sono costituiti parte civile, rappresentati dall’avvocato Lorenzo Soro. Alla lettura della sentenza in tribunale questa mattina c’erano anche loro e hanno commentato dicendo che “è giusto che paghi per quello che ha fatto. Non possiamo perdonarlo. È troppo il dolore causato”.

Gli avvocati della difesa, Roberto Onida e Alessandra Guarini, avevano chiesto una riduzione di pena per i problemi psichici che Fricano soffriva ancor prima dell’omicidio, non accolta. Ora dovranno valutare un possibile ricorso in Cassazione. Nella sentenza di oggi la Corte ha anche riconfermato la simulazione di reato nei confronti dell’imputato per aver tentato di depistare gli inquirenti inscenando una rapina fallita.

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