Il presidente del Consiglio si prepara per il primo snodo decisivo sugli aiuti Ue post-coronavirus e ribadisce la necessità di trovare il prima possibile un'intesa: "L'Italia deve correre". Un concetto condiviso anche ieri dal capo dello Stato Mattarella. Il post su Facebook del premier: "È il tempo della responsabilità". Oggi le telefonate con l'ungherese Orban, l'austriaco Kurz, il ceco Babis e la finlandese Sanna: saranno tra gli interlocutori più ostici dell'Italia
“Non è questo il tempo dei rinvii, ma delle decisioni. L’Italia deve correre”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si prepara per il primo snodo decisivo nella battaglia sul Recovery Fund e gli aiuti Ue post-coronavirus: il Consiglio europeo del 17-18 luglio. “Adesso è la volta di Bruxelles“, scrive il premier in un post su Facebook in cui torna a ribadire qual è la prima richiesta dell’Italia: “Dobbiamo approvare al più presto il Recovery Fund e il Quadro Finanziario Pluriennale” perché “le nuove risorse ci consentiranno di investire nelle infrastrutture, nella digitalizzazione e di perseguire il rilancio economico e sociale di cui il nostro Paese ha bisogno“. Il Consiglio europeo è stato al centro di una serie di telefonata avute questa mattina da Conte con il primo ministro ungherese, Viktor Orban, con il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz e con il primo ministro ceco, Andrej Babis. Come spiega Palazzo Chigi, il premier nel pomeriggio ha sentito anche la omologa finlandese, Sanna Marin. Un giro di telefonate a coloro che il 17 luglio saranno tra gli interlocutori più ostici dell’Italia: l’Austria, insieme agli altri ‘frugali‘, vuole ridimensionare il fondo e introdurre condizionalità. La Finlandia condivide, soprattutto sul taglio ai sussidi a fondo perduto. Mentre i Paesi di Visegrad vorrebbe avere una fetta più grande delle risorse, rivedendo i criteri di ripartizione.
In serata il premier ha visto il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron per circa un’ora. E, al termine del faccia a faccia, ha dichiarato: “Appena concluso a Bruxelles un proficuo incontro con Macron. C’è forte intesa per raggiungere con rapidità un accordo sulla risposta comune alla crisi del #COVID19. Una risposta ambiziosa, responsabile e solidale per ricostruire le nostre economie e rafforzare il progetto europeo”. Quindi rispondendo alle domande dei cronisti, ha commentato la richiesta dell’Olanda di avere l’unanimità sulle regole europee. “Non è una richiesta in linea con le regole europee. Non è partita contabile, la posta in gioco è l’Europa, non solo una pronta ripresa, ma la leadership e la competitività dell’Unione europea nel mondo globale”.
Nel suo post su Facebook delle scorse ore, Conte ha ricordato i provvedimenti portati a casa dal governo. Innanzitutto il decreto rilancio approvato che “è legge dello Stato” dopo aver ricevuto il via libera con la fiducia anche in Senato. Poi il decreto semplificazioni che dopo l’ok del Consiglio dei ministri del 7 luglio scorso “a breve – annuncia il premier – sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale“. Conte ricorda anche gli altri nodi affrontati dall’esecutivo: “In queste settimane abbiamo definito i dossier su Banca popolare di Bari, Alitalia, Autostrade e stiamo per chiudere quello sull’Ilva di Taranto”, scrive il premier. Ora quindi è arrivato il momento della partita europea: “È una partita fondamentale per il futuro dell’Europa e dei nostri cittadini”, aggiunge il presidente del Consiglio. Che poi conclude scrivendo: “Confrontiamoci duramente, lavoriamo meticolosamente sui dettagli, ma non perdiamo di vista la prospettiva e la visione ‘politica’ che guida la nostra azione. È il tempo della responsabilità“.
Concetti che Conte aveva ripetuto ieri nelle Aule della Camera e del Senato: “Riteniamo cruciale che la decisione del Consiglio Ue sia assunta entro luglio e non sia svilita da un compromesso a ribasso“. Il premier che sempre mercoledì è salito al Quirinale e ha incassato l’appoggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Il passo deciso in avanti in direzione europeista e comunitaria mostrato in questi ultimi mesi – ha infatti dichiarato il capo dello Stato durante il consueto incontro con parte del governo in vista del vertice Ue – “non conosca battute d’arresto o addirittura retromarce“. Un invito al presidente del Consiglio a non arretrare di fronte alla reticenza dei cosiddetti “Paesi frugali” nell’erogare risorse a fondo perduto a chi è stato maggiormente colpito dalla pandemia. Secondo Mattarella, infatti, l’appuntamento del 17-18 luglio è “decisivo” per il futuro dell’Unione.
Ma i diversi bilaterali tra i leader Ue non sono riusciti ad accorciare le distanze che separano la posizione dell’Olanda e dei suoi alleati ‘frugali‘ (Austria, Svezia e Danimarca) dall’asse del Sud. L’auspicio di Conte è riuscire a offrire alla sua maggioranza un’intesa favorevole per la fine del mese. La posizione italiana sul tavolo europeo è chiara: difendere la proposta avanzata dalla Commissione, che prevede 500 milioni di aiuti a fondo perduto e 250 milioni di prestiti, dai tentativi di ridimensionamento che arrivano dai Paesi rigoristi del Nord. Ma anche premere per trovare un’intesa il prima possibile. Il premier olandese Mark Rutte è stato invece ancora una volta categorico: i sussidi a fondo perduto potrebbero essere dati solo a fronte di “condizioni molto rigide“.
I rigoristi spingono poi per aumentare il volume dei prestiti e diminuire quello dei soldi a fondo perduto. C’è chi, come Lussemburgo e Irlanda, non è convinto anche dei criteri proposti per la ripartizione dei fondi. Attualmente infatti le maggior parte delle risorse andrebbero ai Paesi maggiormente colpiti dal Covid, tra cui c’è anche l’Italia. La discussione sarà anche sul bilancio Ue 2021-2027, secondo una “logica di pacchetto” più volte ribadita da Conte: l’Italia infatti vuole giocare la carta dei ‘rebates‘, gli sconti sui contributi al bilancio europeo di cui godono i Paesi frugali e la Germania. Olanda, Austria e alleati chiedono di non rinunciare a questo beneficio.