Gli organizzatori hanno dato il via a una raccolta firme, sia a Mosca che a San Pietroburgo, da presentare in tribunale contro la riforma costituzionale. La loro tesi è che il voto si sia svolto in mancanza di controlli, con numerosi brogli
Sono almeno 147 le persone fermate a Mosca tra il migliaio di manifestanti scesi in piazza contro la nuova riforma costituzionale che permetterà al presidente Vladimir Putin di rimanere in carica fino al 2036. A riferirlo è Ovd-info, piattaforma online della rete di attivisti di openDemocracy, nata per monitorare il più velocemente possibile gli arresti in Russia che avvengono durante delle rimostranze di piazza. La protesta è sorta in seguito ai risultati del referendum chiesto da Putin per confermare alcune modifiche alla Costituzione. L’esito del voto è stato ampiamente a favore del presidente, ma le modalità con cui si è svolto sono state criticate per la mancanza di controlli che avrebbero portato a numerosi brogli.
I manifestanti si erano radunati sotto la statua del poeta Pushkin, nel nord della Capitale, per raccogliere firme da presentare in tribunale contro la riforma costituzionale. Quindi si sono mossi verso est, in direzione di Strastnoi Boulevard, per poi essere fermati dalla polizia intorno alle 21 nella zona di via Petrovka. Anche gli agenti delle forze speciali in antisommossa sono intervenuti, trascinando alcune persone nelle loro camionette per le identificazioni. Secondo quanto riportato da alcune fonti indipendenti, tra cui Meduza, MBK Media e Avtozak Live, sono stati fermati anche minori, disabili e persone estranee alla manifestazione. Una donna ha denunciato che la polizia ha fermato il marito che la stava aspettando fuori dall’estetista.
Come a Mosca, anche a San Pietroburgo, su via Malaya Sadovaya, sono scesi in piazza degli attivisti anti-governativi che hanno portato avanti una raccolta firme contro la riforma costituzionale. Per loro, il referendum è stata una votazione manipolata e chiedono l’intervento del tribunale per il suo annullamento.