Il progressivo risveglio delle economie dopo il letargo forzato dalla pandemia è testimoniato dai dati diffusi dall‘Istat sul fatturato delle nostre imprese e sul valore degli ordini ricevuti in maggio. Il giro d’affari dell’industria è cresciuto del 41,9% rispetto ad aprile, mese in cui però vigeva ancora un pieno lockdown. Il confronto sull’anno prima è comprensibilmente ancora molto penalizzante: – 25,9%. Risconti simili per gli ordini ricevuti, che anticipano i futuri andamenti di fatturato e produzione. In maggio gli ordini sono saliti del 42,2% su aprile mentre accusano un meno 33 rispetto al maggio 2019. “Il fatturato dell’industria a maggio risente positivamente del progressivo attenuarsi delle misure di chiusura legate all’emergenza sanitaria e registra un’ampia crescita congiunturale in tutti i raggruppamenti principali di industrie”. E’ il commento dell’Istat.Tuttavia, fa notare l’Istituto, “resta ancora molto ampia la perdita rispetto a un anno prima”.
MEGLIO IL MERCATO INTERNO: Si tratta di una ripresa fatta soprattutto in casa. Gli ordini proveniente dall’interno del paese sono saliti di quasi il 56%, incremento più che doppio rispetto al + 26,2% degli ordinativi esteri. A sua volta il fatturato è salito del 45,7% sul mercato interno e del 35,2% su quello estero. Non a caso pochi giorni fa il Centro studi confindustria ha rilevato una ripresa più lenta per le imprese fortemente orientate all’export (oltre il 60% delle vendite realizzate fuori confine) rispetto a quelle più focalizzate sul mercato interno.
SETTORI IN ORDINE SPARSO: L’andamento dei singoli settori fotografa il diverso impatto delle chiusure nei differenti tipi di produzione. L’industria alimentare contiene ad esempio il calo del fatturato rispetto all’anno prima sotto al 6%, così come la farmaceutica si ferma ad un – 5,1% . Viceversa crolla a – 37% il fatturato del tessile e abbigliamento o a – 53% la raffinazione di petrolio, vale a dire benzina e diesel. Pessimi dati per l’industria dei trasporti: quasi – 44% il fatturato e calo del 48% degli ordini. Nel mezzo, con flessioni tra il 20 e il 30%, tutti gli altri. Lo scorso 10 luglio l’Istat aveva diffuso i dati sulla produzione industriale di maggio. Anche in questo caso forte recupero rispetto ad aprile (+ 42%) ma ancora fortemente negativo il confronto con l’anno prima (- 20%).