“Auditorium Ennio Morricone”. È il nome che da oggi sarà all’Auditorium Parco della Musica di Roma, in onore al compositore romano e premio Oscar scomparso il 6 luglio scorso all’età di 92 anni. L’Assemblea capitolina, riunitasi in seduta straordinaria, ha votato all’unanimità l’intitolazione della struttura che ogni anno ospita la Festa del Cinema di Roma e le principali rassegne musicali in città, i due ambiti in cui Morricone si è reso protagonista durante la sua vita artistica.
Oltre a mantenere, dalla nascita e fino all’ultimo, uno stretto legame con la sua città natìa, “in cui ha sempre preferito rimanere, da romano e romanista, mentre altri grandi personaggi e star si spostavano Oltreoceano”, ha commentato il presidente dell’Assemblea, Marcello De Vito, che ha personalmente organizzato la seduta-omaggio odierna. Una dedica “amorevole” di un “luogo in qui tante volte negli ultimi anni il maestro Morricone è stato protagonista di bellissimi concerti, fino a quello del 2018 per i suoi 90 anni”, l’ha descritta, durante il suo intervento, in aula la sindaca Virginia Raggi. Che poi ha aggiunto: “Stiamo ricordando una persona di grande spessore umano, che merita che Roma continui a ricordarlo degnamente per tutto ciò che ci ha lasciato”.
Il consiglio comunale si è aperto con l’orchestra di Santa Cecilia che, dal vivo in Aula Giulio Cesare, ha eseguito il celebre Deborah’s Theme, dal film C’era una volta in America di Sergio Leone, regista di cui Morricone è stato amico d’infanzia e assiduo collaboratore. Il primo intervento, molto emozionato, è stato di Marco Morricone, figlio di Ennio, che ha sottolineato come l’Auditorium fosse “casa sua” e ha ringraziato la giunta capitolina per la “spontaneità e velocità quasi sconvolgente” con cui è arrivato questo omaggio. Subito dopo ha preso la parola il compositore Nicola Piovani, che ha testimoniato come Morricone tenesse “il livello sempre alto, dalla musica sperimentale agli arrangiamenti per cantanti pop”. Per Piovani, “Morricone è un compositore del Duemila, non un musicista del passato”, mentre “l’Auditorium pratica questa trasversalità”. Il regista Giuseppe Tornatore ha descritto in Aula “il grande privilegio di aver conosciuto e lavorato con Ennio Morricone”, l’incontro “più bello, trasparente e memorabile di tutta la mia carriera”. Tornatore sta preparando proprio un documentario su Morricone e ha definito l’intitolazione “l’atto più bello” anche per “rilanciare l’istituzione dell’Auditorium”, in una “città di bellezza, generosità e intelligenza”.
Fra gli interventi anche quelli dell’avvocato Giorgio Assumma, del neo direttore generale della Siae, Gaetano Blandini, con quest’ultimo che ha raccontato delle 5.888 opere depositate da Morricone in 74 anni. L’altro figlio di Morricone, Andrea, ha quindi diretto l’orchestra Santa Cecilia nel brano Il prato, dal film del 1979 dei fratelli Taviani. Formalmente, l’ordine del giorno è stato esposto dalla consigliera M5s, Sara Seccia, cui sono seguiti gli interventi di tutti i capigruppo d’opposizione. Il provvedimento è stato votato, come detto, all’unanimità, con 29 voti favorevoli, nessun contrario e nessun astenuto. La seduta si è quindi conclusa con l’intervento di Renato Zero, che ha omaggiato Maria Travia, la moglie di Ennio Morricone: “Ovunque tu sei, Renato di amerà sempre, piangerà ascoltando le tue note, ti prego non lasciarci”.