Roma, 26 mar. (Adnkronos Salute) - La lotta contro il tumore al seno compie un altro passo avanti grazie all’applicazione innovativa della tecnica di crioablazione. Questo trattamento, già utilizzato per le lesioni benigne, può essere effettuato anche su pazienti selezionate affette da tumore mammario. Il Policlinico di Milano è tra i primi centri in Italia a offrire questa procedura all’avanguardia presso l’Unità di Radiologia Senologica.
La crioablazione è una tecnica percutanea guidata da ecografia che, attraverso una millimetrica incisione cutanea, introduce un’agosonda di 17 gauge in grado di creare una sfera di ghiaccio (iceball) attorno alla lesione tumorale, determinandone la necrosi cellulare attraverso fasi alternate di congelamento per decompressione di argon e scongelamento tramite riscaldamento elettrico. La procedura si svolge in anestesia locale, dura circa 30 minuti ed è eseguita in regime ambulatoriale, consentendo alle pazienti di tornare a casa nella stessa giornata.
"L’applicazione della crioablazione in ambito senologico rappresenta un’importante innovazione per il trattamento del tumore al seno – spiega Serena Carriero, radiologa presso l’Unità di Radiologia Senologica dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano –. È una procedura rapida e ben tollerata, con rare complicanze, che garantisce ottimi risultati estetici e psicologici. I primi studi in corso confermano la sua efficacia e la soddisfazione delle pazienti, che apprezzano il ridotto impatto estetico e il recupero immediato". Questa procedura mini-invasiva può essere proposta come valida alternativa alla chirurgia per il tumore al seno in pazienti selezionate alle riunioni multidisciplinari della Breast Unit, previo accordo di tutti i professionisti coinvolti, dal radiologo al chirurgo, oncologo e patologo.
"In questo contesto, per la diagnosi e la selezione delle pazienti ci aiuta anche l’intelligenza artificiale, in uso presso il nostro centro in diversi ambiti della radiologia - sottolinea Sonia Santicchia, responsabile dell’Unità di Radiologia Senologica e coordinatore della Breast Unit del Policlinico di Milano –. La crioablazione viene attualmente proposta alle donne che, per condizioni generali e comorbidità, non possono essere sottoposte all’intervento chirurgico o alle terapie farmacologiche specifiche del caso. Offre numerosi vantaggi, come la minor invasività, la rapida ripresa, l’assenza di cicatrici chirurgiche e di dolore post-operatorio. Ci auguriamo per il futuro che questa procedura possa venire presto validata su larga scala, per permetterne l’accesso a sempre più donne con diagnosi di tumore mammario. La radiologia interventistica si riconferma una disciplina avanguardistica anche in ambito senologico, in grado di trarre beneficio dalle numerose innovazioni tecnologiche che caratterizzano il periodo storico che viviamo".
A rafforzare il valore di questa innovazione è anche Gianpaolo Carrafiello, direttore di Radiologia della Fondazione Irccs Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e professore ordinario dell’Università degli Studi di Milano: "L’ablazione è una tecnica che utilizziamo da anni per il trattamento di alcuni tipi di tumore e i dati preliminari dimostrano che potrebbero beneficiare di questa procedura anche pazienti affette da tumore della mammella. In un’epoca in cui la medicina si avvale sempre più di tecnologie avanzate - sottolinea Carrafiello - il ruolo del radiologo è cambiato: oggi non ci limitiamo a fare diagnosi ma interveniamo attivamente nel trattamento delle patologie, instaurando un rapporto diretto con i pazienti. Grazie alla crioablazione, il Policlinico di Milano si conferma un centro di riferimento nella radiologia interventistica applicata anche alla senologia, offrendo una nuova opportunità con una procedura meno invasiva, sicura ed efficace".
La ricerca e l’innovazione nel trattamento del tumore al seno continuano a progredire con l’obiettivo di migliorare sempre più le opzioni terapeutiche disponibili. La crioablazione - secondo gli esperti - rappresenta un passo importante in questa direzione, dimostrando come la tecnologia possa trasformare l’approccio alla cura del cancro, garantendo trattamenti sempre più mirati e personalizzati per le pazienti e dando speranza anche ai casi non operabili.