I giovani sono stati condannati per aver usato lo spray al peperoncino per commettere delle rapine quella sera, provocando ondate di panico. In piazza ci furono 1.672 feriti e, in seguito, morirono due donne per le lesioni riportate. La legale Laura Cargnino: "Faremo senza ombra di dubbio ricorso in Cassazione"
Le condanne restano di 10 anni di carcere. La Corte di Assise d’appello ha confermato l’accusa di omicidio preterintenzionale per i quattro giovani accusati di avere scatenato il panico tra la folla in Piazza San Carlo a Torino la sera del 3 giugno 2017 durante la proiezione sul maxischermo della finale di Champions League Juventus-Real Madrid. I quattro sono stati condannati per aver usato lo spray al peperoncino per commettere delle rapine quella sera, provocando ondate di panico. In piazza ci furono 1.672 feriti e, in seguito, morirono due donne per le lesioni riportate. “Faremo senza ombra di dubbio ricorso in Cassazione“, ha detto a LaPresse Laura Cargnino, una dei legali dei quattro giovani condannati. “Attendiamo il deposito delle motivazioni della sentenza – ha spiegato – vogliamo capire perché abbiano rifiutato le nostre doglianze difensive. Secondo noi era possibile una ricostruzione dei fatti diversa, con la fonte del panico non dettata dallo spray ma dal rumore riferito da oltre cento testimoni”.
Durante la proiezione della partita, è la tesi dell’accusa confermata anche in appello – i giovani sparsero dello spray urticante tra la folla a scopo di rapina, provocando a più riprese il panico tra la folla. Oltre a più di 15oo feriti, ci furono anche due vittime: Erika Pioletti (morì dopo 12 giorni in ospedale) e Marisa Amato, morta nel gennaio 2019 dopo oltre un anno e mezzo di cure. Un’altra inchiesta riguarda le presunte lacune nell’organizzazione e nella gestione dell’evento di quella sera del 3 giugno 2017: secondo le indagini la proiezione della finale in piazza fu organizzata troppo in fretta e la conseguenza furono troppe persone in poco spazio e le transenne posizionate nei posti sbagliati. A processo ci sono nove persone, tra cui il vice prefetto Roberto Dosio e i dirigenti della questura Michele Mollo e Alberto Bonzano. Nello stesso filone la sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha chiesto lo scorso dicembre di essere giudicata con il rito abbreviato.
Nell’aprile 2019 i componenti della banda dello spray avevano patteggiato la pena per i furti e le rapine utilizzando lo spray urticante a Torino e in altre città italiane ed europee. Il Tribunale di Torino aveva accolto le richieste formulate dagli avvocati dei dieci giovani nel corso dell’udienza preliminare con pene da un minimo di un anno a un massimo di 4 anni e 8 mesi. L’accusa riguardava 13 rapine e 29 furti commessi fra l’altro a un concerto di Justin Bieber a Monza, ai festival Notting Hill di Londra e Tomorrowland di Boom (Belgio), a un’esibizione della cantante Elisa a Torino e poi a Firenze, Milano Reggio Emilia, Padova, in Francia.