L’uomo, un imbianchino incensurato, è stato freddato davanti al cancello carrabile del comprensorio dove viveva con la compagna e i suoi figli. A poche ore dall'omicidio un suo vicino si è presentato nella caserma dei carabinieri per costituirsi, confessando l'omicidio per motivi passionali
Cinque colpi, un uomo a terra in una pozza di sangue e il vicino di casa che si presenta dopo poche ore in caserma: “Sono stato io”. Avrebbe già un volto l’omicida di Fabio Catapano, 48enne ucciso venerdì mattina da alcuni colpi di pistola davanti alla sua abitazione in via Sparanise, nella frazione di Spregamore, in zona Castel di Leva, alle porte di Roma.
L’uomo, un imbianchino incensurato, è stato freddato davanti al cancello carrabile del comprensorio dove viveva con la compagna e i suoi figli. A poche ore dall’omicidio un suo vicino,un 23enne, si è presentato nella caserma dei carabinieri per costituirsi. “L’ho ucciso io”, avrebbe detto ai militari, spiegando di aver agito per motivi passionali. Un tradimento subito dalla vittima al quale, però, gli investigatori al momento sembrano credere poco e per questo le sue dichiarazioni restano al vaglio degli inquirenti.