Confermate le scadenze per gli adempimenti discali di luglio nonostante gli appelli di commercialisti e associazioni imprenditoriali. Il governo ha bisogno ci compensare il calo delle entrate. Proteste dall'opposizione
Pronti, via. Da lunedì scatta la seconda volata della massacrante corsa ad ostacoli a cui prendono parte, più o meno volontariamente, 4,5 milioni di contribuenti italiani. In soli 10 giorni possessori di partita Iva e non solo, dovranno districarsi tra ben 142 scadenze fiscali per altrettanti versamenti. Data ultima, tassativa: 31 luglio. La proroga auspicata, infatti, non c’è stata nonostante le suppliche dei commercialisti che hanno lanciato l’allarme per un ingorgo che rischia di essere difficilmente gestibile, anche alla luce del lavoro aggiuntivo svolto in questi mesi per le numerose pratiche legate all’emergenza Covid. La scadenza originaria era slittata dal 30 giugno al 20 luglio, ma ora il governo non se la sente di rimandare ancora un incasso quantificabile in 8,4 miliardi di euro. Ossigeno mentre le entrate languono a causa della pandemia. Un rinvio potrebbe invece riguardare le scadenze attualmente fissate per settembre.
UN LUGLIO DA INCUBO – Se si considerano anche gli adempimenti già scaduti giovedì scorso, il totale degli appuntamenti con il fisco per il mese di luglio raggiunge quota 245. Ci sono naturalmente le partite Iva, ma anche aziende, istituti di credito, enti pubblici, dipendenti, pensionati, studi professionali e altro ancora. Più nel dettaglio, lunedì 20 luglio si parte subito in salita con 51 versamenti, tra cui acconto Irpef 2020 e saldo 2019, saldo Iva 2019, primo acconto 2020 e saldo 2019 per l’Irap , per l‘Ires e per la cedolare secca. Altri 65 versamenti devono arrivare entro il 30 luglio. Questa seconda lista include 20 imposte sostitutive, 12 addizionali. Ventiquattro ore dopo, il 31 luglio, altri 26 versamenti compreso il canone Rai per chi non può riceverlo con la bolletta elettrica. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è disponibile la lista completa.
NUMEROSE LE PROTESTE – Ieri sera il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si era detto favorevole alla proroga: “C’è un dibattito in corso, io sono tra quelli che pensa che si debba prorogare il termine, non possiamo pensare di far pagare le tasse nel momento in cui l’Italia sta uscendo da un periodo di pandemia, dobbiamo dare respiro ai nostri imprenditori”, aveva affermato.Ma il governo sembra tirare dritto sollevando le proteste dell’opposizione: “Rinviare il pagamento delle tasse di luglio almeno al 30 settembre. Lo chiedono i 118.000 commercialisti, lo chiedono imprenditori e lavoratori, lo chiede la Lega, lo chiede il buonsenso. Governo, sveglia!!!”, aveva scritto mercoledì, Matteo Salvini su Facebook. “Avevamo chiesto al governo, con forza, di rinviare alla fine dell’anno tutti gli adempimenti fiscali, perché è evidente che chi ha visto azzerato durante i mesi del lockdown il proprio fatturato non è nelle condizioni di poter pagare le tasse. E invece l’esecutivo non ci ha ascoltati”, lamenta oggi Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera. “Capiamo che non si possa rinviare tutto, ma almeno ci lascino rateizzare questa raffica di imposte. Così è una tempesta perfetta sulle piccole e medie imprese. Insostenibile”, afferma la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise.