Alcune persone hanno reagito alla fase di riapertura, continuando la quarantena, rimandando il momento dell’uscita perché paralizzati dalla paura del contagio con precauzioni eccessive e evitamento dei contatti sociali, come se ri-uscire significasse automaticamente ammalarsi. L’imprevedibilità e la portata della minaccia e della chiusura, hanno stimolato, tra gli altri, sentimenti di impotenza e vulnerabilità, non superabili con la semplice attenuazione della minaccia stessa e con la riapertura. Lo stato di deprivazione vissuto in questi mesi inoltre, ha riattivato e/o amplificato insicurezze e problematiche personali, che ora si nascondono dietro l’eccesso di cautela.

Altri invece, hanno ripreso le attività sospese dal lockdown con molta leggerezza, come se fosse tutto ormai alle spalle. Molti i giovani che sembrano sfidare il virus così come si può sfidare un genitore da cui ci si deve emancipare attraverso oppositività e ribellione. Modalità caratteristiche del percorso adolescenziale, dove l’obiettivo principale è l’affermazione di sé, ad ogni costo. Individualità e autodeterminazione sono più importanti della salute, e sappiamo che un adolescente sarebbe capace di mettersi in pericolo e di farsi molto male pur di affermasi.

Ma da questa parte ci sono anche meno giovani, in età ritenuta più a rischio, che magari non hanno vissuto l’emergenza sanitaria troppo da vicino e la considerano più una “montatura”. Non rispettano le norme anti contagio, non sembrano preoccupati, come se la salute non fosse l’obiettivo primario ma piuttosto il bisogno di libertà.

La paura di perdere, o ri-perdere, la libertà, spinge a sfidare il virus e mettere in atto comportamenti irragionevoli. Frequentazioni sociali come se niente fosse, per risentirsi liberi. Reazioni istintive alla limitazione vissuta che non tengono conto delle possibili conseguenze sul piano personale: rischiare di essere “bloccati” a casa dalla malattia e dalla quarantena, o peggio.

Tra chi tarda ad uscire e chi si muove con troppa leggerezza, ci sono tutti gli altri. Per tutti è difficile riprendere il controllo della propria vita, tra le altre cose perché il lockdown ha messo in discussione il sistema di valori, almeno temporaneamente e perché le condizioni di deprivazione vissute hanno lasciato un segno con cui dovremo imparare a convivere.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Vademecum per i casi di pedofilia, un passo in avanti per il clero ma non certo l’ultimo

next
Articolo Successivo

No Tav, lancio di pietre e bottiglie contro le forze dell’ordine in Val di Susa: la polizia risponde coi lacrimogeni. 22 denunciati

next