“Chiediamo giustizia e verità per Mario Paciolla“. 48 ore dopo la notizia della morte in Colombia del collaboratore Onu 33enne di Napoli, è questo l’appello degli amici che in mattinata hanno appeso uno striscione sul balcone del comune. “Il caso è oscuro e da subito non c’è stata chiarezza”, hanno dichiarato, “e abbiamo paura che si palesi un Caso Regeni 2, che si disperdano le energie per appurare la verità sulle circostanze più che sospette che hanno portato alla morte di Mario”. E ancora, hanno denunciato: “Un ragazzo come Mario non può morire da solo, non può morire così”. Ad autorizzare e sostenere l’iniziativa il sindaco di Napoli Luigi De Magistris che, nel primo pomeriggio, ha sentito telefonicamente il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Il ministro”, ha detto all’agenzia Ansa, “mi ha assicurato massimo impegno e massima attenzione della Farnesina sulla vicenda”. Subito dopo ha fatto visita ai familiari del cooperante: il sindaco ha parlato con la madre, il padre, le sorelle e le cugine del ragazzo per oltre un’ora.

La notizia della morte di Carmine Mario Paciolla, collaboratore delle Nazioni Unite nel dipartimento meridionale colombiano di Caquetà, è arrivata il 16 luglio e in un primo momento le autorità locali hanno avanzato l’ipotesi del suicidio. Una versione che è stata da subito smentita dai famigliari. La madre, interpellata dai giornalisti, ha rivelato che il figlio nelle ultime settimane aveva manifestato forte preoccupazione per la sua sicurezza personale e stava aspettando di rientrare in Italia. Nelle ultime ore, la procura locale ha fatto sapere di aver aperto un’indagine per omicidio. Le forze dell’ordine hanno precisato che il cadavere di Paciolla è stato rinvenuto nella sua abitazione a San Vicente del Caguán con segni di lacerazione ai polsi.

Nel pomeriggio il sindaco De Magistris ha parlato con i familiari del ragazzo: “Ho garantito loro il massimo impegno per evitare il silenziatore e affinché sia rigorosamente fatto di tutto da parte del Governo per sostenere la ricerca della verità e della giustizia – spiega all’Ansa Parlando con loro ho avuto la conferma di quanto questo ragazzo fosse figlio e orgoglio di questa città e di quanto per la famiglia è assolutamente impensabile che si possa essere suicidato”. Il ragazzo aveva infatti comprato il biglietto di ritorno per l’Italia – volo del 20 luglio – e aveva espresso l’impazienza di riabbracciare la famiglia.

Intanto il presidente della commissione d’inchiesta Giulio Regeni, il deputato di Leu Erasmo Palazzotto ha annunciato di aver chiesto un intervento dell’esecutivo: “Ho depositato un’interrogazione parlamentare”, ha scritto su Twitter, “perché il nostro governo solleciti il governo colombiano, affinché si faccia ogni sforzo utile a chiarire le cause della morte di Mario Paciolla, collaboratore Onu trovato morto. Un abbraccio alla famiglia”.

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