Maverick Vinales, Fabio Quartararo e pure il ‘vecchietto’, Valentino Rossi. Poi le incognite Alex Rins su Suzuki e Andrea Dovizioso su Ducati. Da questi 5 nomi verrà fuori il prossimo rivale di Marc Marquez, ovvero l’uomo di cui la MotoGp ha disperatamente bisogno. Una gara della classe regina manca dal 17 novembre scorso: 245 giorni, un tempo spropositato per ogni appassionato. Ora il Mondiale riparte dal circuito spagnolo di Jerez: sabato alle 14.10 le qualifiche, domenica alle 14 la gara. L’emergenza coronavirus ha concesso un calendario compresso: 13 gare in programma (per ora) di cui 7 in Spagna, 5 circuiti in cui si correrà due volte e il gran finale a Valencia a metà novembre. La smania per il ritorno delle due ruote e le incognite di una stagione monca non devono però far dimenticare la noia dello scorso anno: un altro assolo di Marquez ci metterebbe poco a spegnere gli entusiasmi. Tutti guardano alla nuova RC213V: la Honda ha mostrato in effetti qualche debolezza, ma il ritorno di una vera competitività passa tutto dalla Yamaha. Solo se la casa di Iwata dimostrerà di aver svolto bene i compiti a casa, i suoi tre assi avranno le armi per contrastare l’otto volte campione del mondo.

In questa MotoGp monogomma, il grande tema resta come le case siano state capaci di adattare le loro moto agli pneumatici offerti da Michelin. Quest’anno la multinazionale francese propone una nuova gomma al posteriore: aumenta l’area di contatto con l’asfalto che consentirà maggiore trazione, ma soprattutto dovrebbe scongiurare i cali alla distanza, leitmotiv del 2019. Come ha spiegato l’ingegnere olandese Jan Witteveen (40 mondiali nel palmares) in un intervento sulla Gazzetta dello Sport, la modifica ha creato uno scompenso a livello di bilanciamento, costringendo le case a lavorare sull’avantreno. Secondo Witteveen, questo metterà in crisi soprattutto i piloti più aggressivi: il primo indiziato è Marquez, abituato a strapazzare una Honda nervosa. Ma pure lo stile di guida di Rossi forza molto proprio sull’anteriore. L’altra novità sono le gare ravvicinate: in due occasioni si correrà per tre weekend consecutivi. Significa meno tempo per riposare, soprattutto per recuperare dopo eventuali cadute. A maggior ragione con soli 13 Gp in programma, arrivare sempre al traguardo sarà determinante: la costanza potrebbe essere il segreto per puntare al Mondiale.

Marquez resta indiscutibilmente l’uomo da battere: giura di aver recuperato completamente dall’operazione alla spalla e a 27 anni vuole già eguagliare Rossi nel numero di mondiali vinti. La Honda ha mostrato qualche pecca nei test di inizio anno. Per i giapponesi la colpa è dei piloti: Cal Crutchlow è stato liquidato in vista del 2021, anche Alex Marquez, il fratellino del campione, a fine anno dovrà già salutare la scuderia ufficiale. In effetti per ora Marc è stato l’unico in grado di far andare forte una Honda plasmata a sua immagine e somiglianza. Solo le prime gare diranno se i problemi di ciclistica diventeranno un grattacapo anche per il campione del mondo. Chi invece durante i test è andato fortissimo, ma non è una novità, è Maverick Vinales: il nuovo telaio della Yamaha piace allo spagnolo che anche nelle prove a Jerez ha dimostrato di essere veloce. Al sesto anno di MotoGp, per Vinales è arrivato il momento di dimostrare di essere l’avversario di Marquez non solo in inverno ma anche quando si fa sul serio.

Se Vinales è il candidato numero uno, l’altro grande atteso è Quartararo. Anche lui guida una Yamaha, la Petronas: per quella ufficiale dovrà aspettare ancora un anno, quando farà a cambio con Rossi. Intanto tutti dicono che il francese può lottare per il titolo fin da subito, trascurando un piccolo dettaglio: in MotoGp non ha ancora mai vinto nemmeno una gara. L’età, 21 anni, lo aiuterà a reggere i ritmi di una stagione compressa in 4 mesi. Non potrà però concedersi errori o passaggi a vuoto. Il discorso va ribaltato se si parla di Rossi: il Dottore finora è stato quasi snobbato. A 41 anni, dopo diverse annate difficili, in pochi credono che Valentino riesca a riprendersi. Senza fare proclami, il pesarese lavora sull’asseto di una M1 che sembra gradire ma anche non gli fornisce un passo degno dei primi. Nelle ultime stagioni il Dottore ha dimostrato di saper essere costante, magari con un eccesso di prudenza: quest’anno potrebbe diventare una virtù.

Il trio in Yamaha spera di avere una moto all’altezza per sfidare Marquez. Un punto interrogativo che riguarda anche la Ducati. Andrea Dovizioso, dopo tre secondi posti consecutivi nel mondiale, è in discussione: qualcuno comincia a pensare che abbia già raggiunto i suoi limiti. A Borgo Panigale la stagione inizia con una Desmosedici che sulla carta ha tutto per fare bene ma con due piloti demotivati: a Danilo Petrucci, infatti, è già stato dato il ben servito. Il Dovi invece ha un contratto in scadenza, una clavicola appena operata e i soliti problemi di guidabilità della Rossa. È un inizio in salita, ma la coppia Dovi-Ducati ha dimostrato negli ultimi anni di saper essere una certezza. È la caratteristica che ancora manca invece alla Suzuki: tante buone gare alternate a periodi bui. Alex Rins, dopo le due vittorie del 2019, è pronto ad alzare l’asticella: sulla carta sale in sella a una moto che è finalmente centrata. Ora lo spagnolo può dimostrarlo in pista: anche lui è iscritto alla lotta per sfidare Marquez. Infine, anche Aprilia e Ktm durante l’inverno avevano dimostrato aver fatto un salto di qualità. Ben venga, purché torni a esserci vera competizione.

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