Come scriviamo ormai da anni la qualità dell’aria a Napoli per somma di gravi fenomeni di inquinamento (traffico, roghi tossici, navi porto, aerei in decollo ed atterraggio pieno centro storico) equivale ed in alcuni punti persino supera la pessima qualità dell’aria di Milano, con tutte le gravissime conseguenze sanitarie del caso. E’ Napoli e non Milano la capitale italiana per ictus ed infarti e cancro del polmone, non certo soltanto da fumo di sigaretta individuale.
“I campionatori che hanno monitorato per un mese la qualità dell’aria hanno rilevato concentrazioni di biossido di azoto pari quasi al doppio della media annua tollerata, che è 40 microgrammi per metro cubo di aria. Siamo arrivati oltre 70 microgrammi per metro cubo di aria”. Angelo Riccio, docente di Fisica all’università Parthenope, dà conto dei risultati di un mese di rilevazioni – da inizio febbraio ai primi giorni di marzo – realizzate con la collaborazione dei cittadini che hanno sistemato i campionatori in vari punti della metropoli. Un progetto di “scienza partecipata” che è stato lanciato a livello nazionale dall’associazione Cittadini per l’Aria ed ha coinvolto Milano e Roma, oltre a Napoli.
La incompetenza di chi si occupa di ambiente (anche e soprattutto politicamente) però non rende possibile vedere le specifiche concause di questo fenomeno legato in gran parte, in una città di mare con vento, alle strade a carreggiate strette e in continuo saliscendi come Napoli, città urbanisticamente sostanzialmente immodificata dopo 25 secoli specie nel centro storico antichissimo che risale alla sua fondazione del 326 a C; strade oppresse e massacrate dal peso e dalle dimensioni delle auto soprattutto di ultima generazione. L’Italia è, tra i principali paesi europei, quello con la maggiore densità di auto circolanti.
Nel 2012 le autovetture circolanti in Italia erano 621,2 ogni 1000 abitanti, contro le 530,9 della Germania, le 498,1 del Regno Unito, le 496,9 della Francia, le 481,5 della Spagna. Non si sottolinea abbastanza che non solo il numero, ma il peso di tutte le autovetture e gli automezzi circolanti, a partire dagli anni Sessanta (costruzione dei viadotti), è incrementato in maniera eccezionale sino ed oltre il 200% per singolo mezzo di trasporto.
Il peso minimo di una vettura circolante euro 6 (Smart) oggi ha raggiunto i 750 Kg, il massimo del peso va alla Land Rover Discovery con oltre 2781 kg. Una Fiat 500 degli anni Sessanta a stento superava i 500 kg. La media del peso delle auto circolanti oggi è pari a circa 1.5 tonnellate. Avere a Napoli ad esempio 56 auto ogni 100 abitanti significa quindi che, sulle strade antichissime di una città di oltre 2500 anni, gravano oggi circa 840mila tonnellate di sole autovetture private.
Affermare che nella sola tangenziale ci siano circa 270mila passaggi giornalieri (sia di auto che di automezzi pesanti) significa quindi certificare ancora prima dei 70 milioni di euro di incasso, un passaggio giornaliero sui nostri viadotti e da lì nelle nostre antichissime strade cittadine di non meno di 500mila tonnellate al giorno! Un milione circa su tutte le strade della città metropolitana. Che in un anno arrivano a sfiorare quindi i 200 milioni di tonnellate soltanto in tangenziale!
Con le altissime temperature che raggiunge l’asfalto specie nei mesi estivi, le sollecitazioni eccessive dei nostri viadotti in cemento armato/ferro sono in pericoloso incremento e le “buche” nei centri storici sono quindi sostanzialmente inevitabili indipendentemente dal colore politico e dalle capacità amministrative di qualunque sindaco. Il gravissimo degrado urbanistico di Napoli a mio parere è il punto di partenza di quella perdita secca di oltre sette anni di aspettativa di vita media di Napoli rispetto ad altre città d’arte come Firenze, ma ormai abbiamo tutti smesso di cercare di combattere tale degrado a monte e cerchiamo solo di correggerne le conseguenze, come ad esempio la costosissima manutenzione di un numero ormai impressionante di fragili viadotti.
E’ noto che un Suv euro 6 da oltre due tonnellate di peso e con molte centinaia di Cv di potenza inquina e uccide molto di più di qualunque auto euro zero di peso magari inferiore ai 500 kg come le nostre amatissime Fiat 500 di una volta. E’ necessario e urgente disincentivare non solo l’uso delle autovetture private ma anche la eccessiva presenza di auto pesantissime ed inquinanti, non solo sui viadotti ma soprattutto nei centri storici delle nostre città d’arte. Come tecnico, come ambientalista e come cittadino napoletano sono totalmente contrario alla populistica richiesta di eliminazione del pedaggio della nostra tangenziale.
Totalmente d’accordo sulla sua statalizzazione escludendo concessionari e rendite private, ma il pedaggio va mantenuto; anzi anche raddoppiato in funzione del peso degli automezzi in entrata proprio per raccogliere fondi adeguati non solo alla corretta manutenzione della tangenziale, ma anche e soprattutto per la necessaria quanto obbligata manutenzione delle strade cittadine quotidianamente massacrate da tale eccezionale traffico veicolare sia come numero che come kg/mq .
E’ opportuno altresì pensare a forti incentivi per i cittadini residenti che si dotano di auto con un consumo non superiore ai 90 g/CO2 km, e/o emissioni zero come già richiesto dalla Ue entro il 2021; e a forti disincentivi economici per i residenti che decidono comunque di mantenere auto diesel e comprare e fare sostare nei propri cortili e nelle carreggiate auto di oltre 1.5 tonnellate: esempio, solo per i residenti “ecologici” abbonamento gratuito alla tangenziale.
Il downsizing del trasporto pubblico e privato, con incremento del trasporto pubblico specie su ferro e la creazione di percorsi separati tra circolazione privata e commerciale è ormai una necessità per sopravvivere nelle nostre città storiche e per garantire una maggiore tenuta e manutenzione dei nostri fragili viadotti.
Napoli, una città con oltre 25 secoli di storia, non può sopportare indenne il peso di circa un milione di tonnellate al giorno di mezzi su gomma in movimento sulle proprie antichissime e strettissime strade. Siamo già da anni la città metropolitana che mostra i peggiori indici di salute da inquinamento ambientale.
E non dobbiamo pensare di abolire il pedaggio sulla tangenziale per “fare dispetto” a Pomicino o a Benetton, ma per disincentivare l’ingresso in città di auto e trasporti inquinanti innanzitutto perché troppo pesanti, fornendo nel contempo a un Comune disastrato nei conti congrue risorse per la migliore manutenzione delle strade massacrate dall’eccessivo numero di auto eccessivamente pesanti.