Le strade di Scordia si sono trasformate in torrenti per l’acqua caduta: diverse persone sono state soccorse e messe in salvo dai vigili del fuoco, che le hanno estratte dalle auto
Un’altra bomba d’acqua si è abbattuta in Sicilia: dopo Palermo, questa volta il maltempo ha colpito la provincia di Catania. Le forti piogge hanno reso necessario l’intervento sommozzatori dei vigili del fuoco. Nel pomeriggio una tromba d’aria ha attraversato i comuni di Ramacca e Scardia, scoperchiando anche il tetto di una casa di riposo. Gli anziani ospiti sono stati messi in salvo dal personale della struttura e subito sono intervenuti i pompieri.
A Ramacca, in particolare, la tromba d’aria ha divelto gli alberi, facendo sollevare la pavimentazione stradale che copriva le radici. Le strade di Scordia si sono trasformate in vorticosi torrenti per l’acqua caduta e diverse persone sono state soccorse e messe in salvo dai vigili del fuoco e dai sommozzatori che hanno portato in salvo un conducente rimasto intrappolata all’interno della propria auto e un anziano che era riuscito a liberarsi e a salire sul tetto della macchina. Nessun ferito segnalato, per ora, ma molti danni, soprattutto allagamenti di scantinati, garage e negozi.
Violenti temporali si sono registrati anche in altre aree del Catanese, come la zona Ionica: la paura ha subito riportato alla mente le drammatiche scene viste a Palermo, ma la situazione si è risolta senza danni. E proprio nella capitale siciliana oggi sono state riaperte tutte e due le carreggiate di viale Regione Siciliana. I lavori di rimozione delle auto, delle tonnellate di fango e di pulitura delle sede stradale sono quasi ultimati. Sulla bomba d’acqua di Palermo, da Barletta, è intervenuto il capo della protezione civile, Angelo Borrelli sottolineando che è “stato un evento straordinario, eccezionale, non previsto né prevedibile e non osservato, perché nel nostro Paese dobbiamo completare la rete dei radar meteo”. “Ci sono dei danni e si dovrà intervenire – ha aggiunto – credo ci sia una richiesta di stato d’emergenza che sarà istruita dalla Regione e sarà valutata dal Dipartimento e poi eventualmente, se ci sono i presupposti si procederà con la proposta al Consiglio dei ministri”.