Uno strazio. Due parole per un stato d’animo che esplora l’abisso della perdita. Le note dell’Ave Maria in caldeo, la lingua dalla quale discendono l’aramaico e l’ebraico, quella parlata da Gesù e dagli apostoli, riempiono la chiesa di Sant’Ambrogio, già gremitissima per l’ultimo addio a Francesco Padrini, esploratore delle energie emotive. Un pioniere della scienza naturale della bioenergetica quando in Italia ancora non si sapeva cosa fosse.
Prima di leggere questo post vorrei suggerirvi di applicare la sua stessa metodologia: un grande respiro profondo, rilassatevi e aprite la mente. Tre piccoli step da mettere in pratica in ogni momento (non solo di stress) per abbattere la corazza delle nostre paure. Se siamo tesi o abbiamo paura ci contraiamo e questo impedisce una giusta respirazione.
Impariamo a respirare, ossigenando tutto il corpo, questo era il suo mantra. Respirare, muoversi, commuoversi. Sono le parole chiavi della bio-energia di Padrini per liberare le emozioni più profonde. Negli anni ’60 andò a imparare la disciplina in California e divenne allievo di Alexander Lowen che a sua volta era stato allievo di Wilhelm Reich, neuropsichiatria dell’entourage di Freud.
Un tramandare di sapienza per individuare un collegamento fra i processi psichici e quelli del corpo. Francesco Padrini, psicologo, psicoterapeuta, sessuologo, conferenziere (invitato in ogni angolo del pianeta per le sue teorie avanguardiste), saggista e anche consulente di avvocati matrimonialisti come Annamaria Bernardini de Pace. Riprende e amplia anche il concetto di “grounding”, il contatto dei piedi con il terreno (che rappresenta simbolicamente la realtà).
“La mia energia era lui”, con un filo di voce Maria Luisa Agnese, grande firma del Corriere della Sera, nota a tutti, moglie, musa, totem per oltre 40 anni. “Per stargli vicino fino all’ultimo, nei mesi di lockdown, ho imparato anche a fare il pane bio”.
Anche in ambiti meno accademici Francesco, docente di medicina naturale dell’Università degli Studi di Milano, non si sottraeva mai a una spiegazione in un salotto a un parterre incuriosito dalla materia, allargando le braccia come se volesse abbracciare e trattenere l’energia vitale che ognuno di noi ha (anche quando ce ne sentiamo privi): “La bio-energia è una ginnastica che libera la psiche. Ma agendo sul corpo”.
Tra i tanti libri che ha scritto ne prendo uno a caso dalla libreria, Il Linguaggio Segreto del corpo e del volto (ed. De Vecchi). Leggo: “Il nostro corpo parla mandando continuamente messaggi attraverso la mimica, la gestualità. Certe dinamiche comportamentali corrispondono ai nostri stati d’animo, alla nostra educazione, perfino al nostro bagaglio genetico. E così una parola dolce se pronunciata con sguardo duro e severo, e accompagnata da atteggiamento corporeo chiuso e ritratto, avrà un tono tutt’altro che carezzevole”.
In sintesi, possiamo essere bugiardi ma il corpo non mente. Rivela a noi e agli altri le nostre intenzioni, i nostri sentimenti più segreti. E’ la base della psicofisionomia, al quale si era molto dedicato. Amava Novi Ligure, Franci, e coltivava ancora gli alberi di pere piantati dal nonno, per lui diventati metafore di vita.
Professore, adesso più che mai spirito libero, come tu ben sai l’energia non muore con noi, ma si trasforma. E ti condurrà nell’eterno presente dove ne avrai quanta ne vuoi. Mandane un po’ anche a noi. Mentre ascoltiamo l’Ave Maria in caldeo. Ad occhi chiusi, come dicevi tu.