Il dottor Francesco Stagno, che diede il via libera all'attività agonistica dell'allora difensore rossoblu, secondo il gip Angela Fantechi lo fece dopo aver prescritto la prova da sforzo "che fu eseguita e refertata da un altro professionista, il professore Lai, che non indicò la presenza di extrasistole ventricolari che avrebbero imposto la prescrizione di indagini di secondo livello"
Il dottor Francesco Stagno non ha alcuna responsabilità penale sulla morte di Davide Astori. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, Angela Fantechi, che ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero Antonino Nastasi, in linea con la tesi difensiva dell’avvocato Andrea Puccio.
Secondo le valutazioni del giudice, il responsabile dell’Istituto di medicina dello sport di Cagliari, quando il difensore militava nella squadra del capoluogo sardo, tra il 2008 e il 2014, ne rilasciò l’idoneità sportiva dopo aver prescritto la prova da sforzo “che fu eseguita e refertata da un altro professionista, il professor Lai, che non indicò la presenza di extrasistole ventricolari che avrebbero imposto la prescrizione di indagini di secondo livello. Stagno quindi rilasciò la certificazione in presenza di un referto che non aveva segnalato la criticità che, pure, erano emerse”.
Il legale difensore di Stagno, che ha prima di tutto espresso “soddisfazione per il risultato ottenuto”, ha specificato che il gip “ha valorizzato gli elementi probatori e le evidenze tecniche forniti dalla difesa in sede di interrogatorio, giungendo ad affermare l’infondatezza della notizia di reato e l’inconsistenza delle fonti di prova acquisite dalla Procura della Repubblica”.
Stagno risultava tra gli indagati per la morte improvvisa di Astori, trovato senza vita il 4 marzo 2018 in un albergo a Udine, alla vigilia della partita che la Fiorentina avrebbe dovuto giocare nella città friulana. Il calciatore, secondo gli accertamenti autoptici, morì per cardiomiopatia aritmogena biventricolare.