Nuova presa di posizione del ministero dell’Economia sul mini giallo dei Piani Nazionali di Riforma da consegnare a Bruxelles. “Il PNR approvato in Consiglio dei ministri il 6 luglio è facilmente consultabile sul sito del Ministero dell’Economia ed è ora in Parlamento in attesa di essere discusso, passaggio formale obbligatorio prima dell’invio in Europa (informalmente la Commissione europea già lo ha dal momento della sua approvazione)”, precisano fonti del Mef ricordando che “in questa procedura l’Italia ha deciso di avvalersi della possibilità concordata in Europa, quindi in pieno accordo ed in continuo dialogo con la Commissione europea, di non approvarlo insieme al resto del Def per evitare di varare un documento pre-covid di scarso contenuto informativo e insufficiente respiro strategico”. Il Piano, sottolineano le stesse fonti, è stato elaborato tenendo conto della discussione in atto sul Recovery and Resilience Fund, una caratteristica che fa del Pnr italiano “un documento più avanzato e dettagliato rispetto a quello della gran parte degli altri Paesi europei. Include infatti i principi che ispireranno il prossimo Recovery Plan. La scelta dell’Italia di presentare un Pnr post Covid che fungesse da base per il Recovery Plan è quindi non solo legittima dal punto di vista delle regole europee ma anche ambiziosa. Se l’Italia si è distinta, in questo caso lo ha fatto in positivo”.
Nei giorni scorsi alcuni osservatori hanno fatto notare come il PNR italiano fosse il solo che ancora non è stato consegnato a Bruxelles, avanzando anche il sospetto che il nostro paese sia l’unico che ancora non ha idea su come utilizzare eventuali fondi in arrivo da Bruxelles. Una tesi che nasce da una certa confusione su scopo e natura dei PNR. Si tratta, abitualmente, di documenti che contengono indicazioni estremamente generiche su riforme vagheggiate dai governi senza indicazioni concrete su come realizzarle. Dei libri sei sogni insomma, per ammissione degli stessi estensori. Un paio di settimane fa il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri aveva già spiegato che l’Italia ha deciso di posticipare la presentazione il suo PNR a settembre per includere indicazioni più puntuali sugli interventi anti Covid e sui piani di utilizzo di eventuali fondi europei.