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Lavoro & Precari - 20 Luglio 2020
Smart working dopo l’emergenza? “Si lavora di più, servono regole contrattuali nuove”. “Stando a casa l’economia ne risente”. Il vox di Ricca
Passata l’emergenza, lo smart working è destinato a mettere radici? Ne abbiamo parlato con i cittadini in strada. “Gli aspetti positivi sono di gran lunga prevalenti”, affermano in molti. Per esempio: “La riduzione dello stress, del traffico e dell’inquinamento; il risparmio di tempo e il contenimento dei costi; la maggiore flessibilità”. “Molti lavori si possono fare da remoto utilizzando le tecnologie, ma bisogna potenziare le connessioni in banda larga“, osservano altri. C’è chi teme: “Da casa c’è il rischio di avere giornate di lavoro ancora più lunghe“. E chi avverte: “Meglio non perdere la componente della socialità”. Qualcuno suggerisce formule miste: “Alcuni giorni si può lavorare da casa e altri in ufficio”. Ma il vero problema, secondo più di una voce, è la necessità di regole chiare: “In Italia siamo ancora indietro, sia a livello di procedure sia a livello contrattuale“. E voi che ne dite?