“È stato uno sconfinamento accidentale di 5 o 6 minuti, dovuto al maestrale, niente di intenzionale. E peraltro di nessuna utilità”. È Antonio Salvemini, proprietario del motopeschereccio ‘Furore’, a spiegare la dinamica che ha portato al sequestro del mezzo, questa mattina, da parte delle autorità croate a circa 55 miglia da Vieste. “Il comandante se n’è accorto subito e ha raddrizzato la barca, rientrando in acque internazionali ma l’imbarcazione è stata bloccata e portata nell’isola di Vis”, spiega il titolare della società armatrice Martellomare della marineria di Manfredonia, in provincia di Foggia.

Adesso ‘Furore’ si trova nel porto di Vis, insieme al suo equipaggio composto da quattro uomini di Manfredonia e domani, o al massimo dopodomani, dovrebbe tenersi il processo per direttissima. “Loro ritengono che la barca abbia sconfinato di qualche decimo nei confini croati”, aggiunge l’armatore. “Hanno valutato intorno ai 5-6 minuti, quasi niente. Si è verificato uno ‘scarroccio’ dovuto al maltempo. Quindi la barca ha un po’ invaso la linea batimetrica del confine. Nessuna possibilità di guadagno”, prosegue Salvemini. “Per avere una utilità le calate devono essere di 3 o 4 ore. La barca è stata presa in acque internazionali dove la Capitaneria italiana poteva intervenire”.

Secondo la polizia marittima croata, “dopo l’avvistamento del peschereccio verso le 8.30 in acque territoriali croate, all’equipaggio è stato ordinato di fermarsi“, senza ricevere risposta. Gli agenti, quindi, hanno “inseguito il peschereccio per fermarlo e sequestralo dopo una mezz’ora”. Di conseguenza l’imbarcazione è stata condotta nel porto di Vis per accertare tutte le circostanze e aprire una procedura di infrazione del codice marittimo.

“Sapremo se c’è una multa, può darsi che avremo la fortuna di non aver da pagare niente se accerteranno che è stato uno scarroccio, una svista, e non un vero e proprio sconfinamento”, continua a spiegare il proprietario del peschereccio. “In questi casi bisogna valutare l’utilità. La barca non è stata fermata dopo 3 o 4 ore ma dopo pochissimi minuti”, insiste. “Che benefici ci possono essere? Gli strumenti attuali consentono di vedere tutti i tracciati, e cioè quanto tempo la barca è stata oltre il confine”.

Ciò che è accaduto a ‘Furore’ non è però una novità. Negli ultimi mesi, infatti, si sarebbero verificati almeno tre episodi simili che hanno visto protagoniste altre imbarcazioni italiane sequestrate dalle autorità croate per sconfinamenti nelle acque territoriali. “A noi è la prima volta che capita un episodio del genere”, garantisce l’armatore, “non usiamo andare nelle acque croate”. Infine assicura di aver sentito più volte i componenti dell’equipaggio che stanno tutti bene. “Solo il comandante ha avuto un lieve malore, ma ora sta meglio”.

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