La Guardia di Finanza negli uffici della Regione Lombardia. Prosegue l’indagine della procura di Milano sulla compravendita a prezzo gonfiato di un immobile a Cormano, nella zona Nord dell’hinterland cittadino, da parte della Lombardia Film Commission, fondazione partecipata proprio dal Pirellone. Ed è per questo motivo che gli uomini del Nucleo di polizia economico finanziaria sono andati ad acquisire documenti negli uffici della Regione Lombardia. L’indagine nei giorni scorsi ha portato al fermo del “prestanome” Luca Sostegni e vede indagati tre commercialisti vicini alla Lega.
I finanzieri sono andati negli uffici regionali per acquisire carte relative agli stanziamenti e ai flussi finanziari a favore della Lombardia Film Commission e, in particolare, al finanziamento da un milione di euro per il “rafforzamento della struttura patrimoniale”. Gran parte di quella cifra, 800mila euro, servì alla fondazione partecipata dalla Regione per comprare il capannone a Cormano, nel Milanese. Immobile che undici mesi prima prima era stato venduto all’Immobiliare Andromeda per metà del prezzo, 400mila euro. L’ipotesi dei pm, riferisce l’Ansa, è che con quel finanziamento milionario qualcuno al Pirellone abbia voluto fare un “regalo” in favore dell’allora presidente della Film Commission Alberto Di Rubba e degli altri due commercialisti vicini al Carroccio coinvolti nella vicenda. Non a caso i soldi sarebbero stati stanziati nel giro di poco più di un mese. Lo dimostrerebbe lo scambio di email avvenuto tra Di Rubba e la Regione. Il 16 novembre 2015 il commercialista chiede l’erogazione di un milione di euro per poter potenziare la “struttura patrimoniale” della fondazione da lui presieduta. Il 21 dicembre la Lombardia risponde che il contributo straordinario è stato accordato.
Tra le carte utili per le indagini e che sono state acquisite ci sono poi quelle relative alla nomina di Di Rubba a capo della Film commission da parte della Regione, allora guidata dal leghista Roberto Maroni. Già revisore contabile del gruppo leghista al Senato, secondo le indagini dell’aggiunto Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi è lui che avrebbe architettato l’operazione immobiliare, assieme ai colleghi Andrea Manzoni (anche lui ex revisore del Carroccio, ma alla Camera) e Michele Scillieri.
Un’operazione che, secondo gli atti dell’inchiesta, ebbe “natura sostanzialmente appropriativa“, con Di Rubba e i “suoi sodali” che si impossessarono “del capitale giacente sul conto della fondazione, vincolato alla destinazione pubblicistica”. Da qui nell’indagine l’accusa di peculato, oltre a quella di turbativa per un avviso pubblico creato ‘ad hoc’ per acquistare proprio quell’immobile di Cormano. Peculato contestato anche a Sostegni, fermato mercoledì scorso anche per estorsione perché chiese e ottenne soldi dai commercialisti in cambio del suo silenzio su questa ed altre operazioni su cui stanno indagando i pm. Sostegni ha già iniziato sabato scorso a San Vittore a fare ammissioni e a collaborare con gli inquirenti e sarà nuovamente interrogato in settimana.