La protesta, preannunciata nei giorni scorsi, contro la decisione del governo di non rimandare per una seconda volta le scadenze fiscali previste per i prossimi giorni. Maratona di adempimenti per 4,5 milioni di contribuenti.
Si fa sul serio. Dopo la minaccia dei giorni scorsi i commercialisti passano dalle parole ai fatti: sarà sciopero. Se serve, sciopero a oltranza.Non ci sarà nessun invio telematico dei dichiarativi Iva il 16 settembre 2020, giorno della seconda scadenza annuale Li.pe (Liquidazioni periodiche dell’Iva), questo il piano del Consiglio nazionale dei professionisti come annunciato in Senato. La protesta è contro la decisione del Governo di non rinviare a settembre le scadenze fiscali, già spostate una prima volta, che stanno provocando un maxi ingorgo di scadenze fiscali per 4, 5 milioni di contribuenti. Da ieri a fine mese, contribuenti e partite IVA in particolare, sono infatti chiamati ad un tour de force di 142 adempimenti.
LE RAGIONI DEL MEF – Il governo di ulteriori rinvii non vuol sentire parlare perché di questi soldi ha bisogno adesso. Si tratta di circa 8,4 miliardi di euro. Ossigeno per le casse dell’erario alle prese con il fisiologico calo del gettito causato dalle prolungate chiusure, nei primi cinque mesi dell’anno le entrate sono state 22 miliardi di euro in meno rispetto all’anno prima. E già quest’anno saranno operativi sgravi fiscali per un valore complessivo di 7,5 miliardi che riducono ulteriormente le risorse a disposizione del Tesoro. Inoltre, si fa notare dal MEF, un secondo rinvio non farebbe altro che rimandare a settembre la stessa situazione che si sta verificando in questi giorni. Ci sono infine anche ragioni più prettamente tecniche. Il rinvio impedirebbe di mettere a punto le stime sull’andamento del gettito fiscale su cui impostare il DEF di settembre, il documento di economia e finanza, i cui numeri forniscono il quadro su cui impostare la successiva legge di bilancio.
PROTESTE DALL’OPPOSIZIONE: negli ultimi giorni si sono rincorse dichiarazioni di esponenti dell’opposizione contro la decisione del governo. Il leader della Lega Matteo Salvini ha affermato che non rinviare le scadenze fiscali “è una follia” assicurando che sarà a fianco dei commercialisti in caso di sciopero.“ I commercialisti hanno ragione da vendere e Fratelli d’Italia sostiene la loro protesta” ha scritto su Facebook la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Critiche anche dalla capogruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini: “milioni di contribuenti sono chiamati ad adempiere ad un obbligo assurdo, dopo 3 mesi di lockdown, aiuti insufficienti e parziali ed un’economia che stenta a ripartire”.
IPOTESI RINVIO PER SETTEMBRE– Ieri il viceministro all’Economia Antonio Misiani, ha affermato che il governo potrebbe «riprogrammare le scadenze fiscali di settembre». In pratica dando più tempo per versare le rate di Iva, ritenute e contributi sospese per marzo, aprile e maggio e i cui pagamenti dovranno essere effettuati entro il 16 settembre in unica soluzione o nella prima delle 4 rate fino a dicembre.