I tre hanno annunciato la creazione di una nuova componente di centrodestra nel Misto. Secondo alcuni sono gli ennesimi segnali di una Forza Italia in declino, ma secondo altri potrebbero rivelarsi ago della bilancia se il governo (che a Palazzo Madama gioca sul filo dei numeri) avesse bisogno di una mano. Intanto loro dichiarano: "All'opposizione senza se e senza ma"
Tre ex fedelissimi di Silvio Berlusconi lasciano Forza Italia in Senato e passano nel gruppo Misto. Gaetano Quagliariello, Massimo Vittorio Berutti e Paolo Romani hanno annunciato nelle scorse ore la nascita della componente di centrodestra “Idea e Cambiamo”. Che, dicono ora, “sarà collocata senza se e senza ma all’opposizione di questo governo”. L’operazione però, è destinata ad aprire nuovi scenari in un Senato dove, da alcune settimane, la maggioranza balla sul filo dei numeri e dove è un attimo che, i membri del Misto, diventino ago della bilancia tra il ritorno alle elezioni o la durata della maggioranza. Se da una parte c’è chi parla di una Forza Italia in declino con pezzi grossi che cercano di trovare riparo altrove, dall’altra nei corridoi c’è anche chi evoca una vera e propria strategia messa in campo dall’ex Cavaliere per diventare stampella dell’esecutivo giallorosso. Perché se l’entrata al governo di Fi è pressoché impensabile per i 5 stelle, diverso è se invece berlusconani fuoriusciti appoggiano Conte e i suoi. E in questo senso la zattera di centrodestra nel gruppo Misto potrebbe essere la soluzione migliore, quasi stessero imitando i verdiniani del gruppo Ala dei tempi che furono.
L’ultimo segnale che dalle parti di Fi si muovesse qualcosa era arrivato solo a inizio luglio con il passaggio di Vincenzo Carbone a Italia viva: una scelta che, dalle parti di Palazzo Madama, qualcuno aveva letto come benedetta dall’ex Cavaliere in persona che è l’ultimo a spingere per un ritorno alle urne anticipato. Attualmente la soglia di sicurezza per la maggioranza oscilla tra i 161 e 1701, con un margine di dieci senatori.
L’operazione di oggi vede al centro due nomi molto significativi nella compagine berlusconiana. Intanto Quagliariello, ex capogurppo Pdl in Senato negli anni d’oro e che nell’ultima tornata elettorale è entrato in rappresentanza di “Idea”, ma si era iscritto a Forza Italia da indipendente “perché”, parole sue, “il Misto era costituito pressoché integralmente da colleghi appartenenti a una forza politica di sinistra”. Quindi oggi cos’è cambiato? “Ora che è diventato un vero gruppo Misto, c’è l’agibilità per costituire una componente liberal-conservatrice che sia federatrice di altre anime liberali, anche perché il proposito del partito di Forza Italia di aprirsi a una prospettiva di questo tipo è stata legittimamente messa da parte. Forse ci si potrà rincontrare, se e quando i percorsi torneranno a coincidere in una formazione di centrodestra nuova e inclusiva che in un sistema bipolare richiami la stagione del PdL”.
Gli altri due a entrare nel Misto, erano già tra gli scissionisti vicini a Toti. Fa scalpore Paolo Romani, ex fedelissimo di Silvio Berlusconi che ricoprì una poltrona fondamentale come quella del ministero dello Sviluppo economico. Solo a inizio legislatura era lui il presidente del Senato in pectore, praticamente già designato e poi sostituito con Caselttati. Poi un anno fa, partecipò alla fondazione di “Cambiamo” e ancora, intervistato dai quotidiani, faticava a usare parole di rottura per l’ex Cavaliere. Oggi addirittura fa il salto. Insieme a lui un altro che già aveva aderito alla componente di Toti e che ha un passato da fedele di Berlusconi: Massimo Berutti. “Dopo un impegno ventennale in Forza Italia, il mutare delle condizioni politiche degli ultimi anni richiedeva un cambio di passo”, ha detto oggi. “L’obiettivo che già da tempo sto declinando in Cambiamo é di dare vita ad uno scenario rinnovato per rilanciare in modo concreto la tradizione liberale e cattolica, mettendo al centro i territori“. Ora, ha continuato, “ci sono le condizioni politiche e tecniche per il passaggio al Gruppo Misto come naturale esito di una scelta già da tempo declinata tra la gente. Una scelta che non é contro qualcuno, ma per qualcosa. Senza preclusioni all’obiettivo di un centrodestra unito e vincente e con la ferma opposizione a questo governo”. O almeno così dicono per il momento.