Nella notte sono stati bruciati documenti nel cortile della sede diplomatica in Texas: polizia e vigili del fuoco sono arrivati sul posto ma gli agenti è stato "negato l'accesso". Pechino: "Provocazione unilaterale"
È da Houston, in Texas, che si apre un nuovo fronte di scontro tra Stati Uniti e Cina, che si aggiunge alle tensioni su Huawei, la controversa legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong imposta da Pechino e le sanzioni per le violazioni dei diritti umani nello Xinjiang contro le minoranze musulmane. Washington ha infatti deciso all’improvviso di chiudere il consolato generale cinese nella città americana, dopo che nella notte vigili del fuoco e polizia erano stati chiamati nella sede diplomatica a causa della segnalazione di documenti dati alle fiamme nel cortile della struttura. La polizia della città texana aveva anche riportato su Twitter che era stato rilevato del fumo, ma che agli agenti “era stato negato l’accesso all’edificio”.
“Proteggeremo gli americani e la nostra proprietà intellettuale”, ha detto il segretario di stato americano, Mike Pompeo, che durante la sua visita in Danimarca, ha anche ribadito che il partito comunista cinese è una minaccia alla libertà ovunque, mentre il presidente Donald Trump “insiste su equità e reciprocità delle relazioni Usa-Cina”. Parole che arrivano a poche ora dalla decisione del dipartimento alla Giustizia di incriminare due hacker cinesi per gli attacchi alle ricerche contro il Covid-19 e ai database di numerose aziende. Hu Xijin, direttore del giornale controllato dallo stato Global Times, ha scritto su Twitter che ai dipendenti dello consolato è stato chiesto di partire entro 72 ore.
A fronte della decisione sulla sede diplomatica, la Cina, per voce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, ha parlato di “provocazione unilaterale”. Si tratta, ha aggiunto, di “una grave violazione delle leggi internazionali e delle norme alla base delle relazioni internazionali e una grave violazione delle misure relative ai trattati consolati Cina-Usa, ed è un tentativo deliberato di minare le relazioni Cina-Usa“. Wang ha inoltre sottolineato che “da un po’ di tempo gli Usa hanno attaccato e lanciato una campagna diffamatoria contro la Cina e creato senza ragione problemi al personale dei consolati cinesi: è un’escalation senza precedenti”, ha aggiunto Wang, aggiungendo che Pechino “condanna con forza la mossa e chiede agli Usa di correggere immediatamente i suoi errori. In caso contrario, la Cina prenderà le sue legittime e necessarie contromisure”. Gli Stati Uniti hanno sei consolati nel territorio cinese: a Pechino, Chengdu, Guangzhou, Shanghai, Shenyang e Wuhan.