Dal 15 al 21 luglio i contagi sono rimasti pressoché stabili (+0,6%), mentre continuano a diminuire i ricoveri in terapia intensiva per Covid-19 e cala la pressione sugli ospedali. Guardando però ai nuovi contagi, ci sono forti differenze regionali: 6 su 10 infatti riguardano la Lombardia, dove al momento c’è il 57% dei positivi. È il quadro della situazione epidemiologica dell’Italia che emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, che esamina l’andamento di contagi, ricoveri e tamponi evidenziando le differenze regionali.
Facendo un confronto con i dati della settimana precedente, dal 15 al 21 luglio i ricoverati con sintomi sono calati del 5,8%, mentre quelli in terapia intensiva hanno registrato -18%. Il numero dei nuovi casi invece resta stabile: sono 1.408 rispetto a 1.388 della settimana precedente (+0,6%) a fronte di una lieve flessione del numero di tamponi diagnostici (-0,7%). Svettano l’incremento dei casi in Veneto (+172) e la riduzione in Lombardia (-184) e si rilevano moderate variazioni in aumento in Liguria (+44), Toscana (+30) e Campania (+28) e in riduzione nel Lazio (-46) e in Piemonte (-35).
Rispetto ai 12.248 casi attivi al 21 luglio, il 57,2% si concentra in Lombardia (7.010); un ulteriore 29,5% si distribuisce tra Emilia Romagna (1.297) Lazio (881), Piemonte (813), Veneto (624); i rimanenti 1.623 casi (13,3%) sono distribuiti in 16 Regioni e Province autonome. In sostanza, la circolazione del virus si legge sul report, è “endemica con un incremento costante dei nuovi casi nelle ultime settimane, legati prevalentemente a nuovi focolai e a casi di rientro dall’estero”.
Per la gestione ottimale di questa fase dell’epidemia – osserva Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – restano indispensabili tre strategie. Innanzitutto, mantenere i comportamenti individuali raccomandati, continuare con la rigorosa sorveglianza epidemiologica per identificare e isolare i focolai e, infine, potenziare l’attività di testing negli aeroporti per arginare i casi di rientro”.