Anche un anno dopo, a fine 2016, sono sufficienti al commercialista Di Rubba poche righe per ottenere l’ok dalla Regione per impiegare quel contributo per l’acquisto di un capannone a Cormano. I pm sospettano che il finanziamento sia stato un "regalo", ma l'allora governatore Maroni nega: "La giunta regionale deliberò (in modo assolutamente trasparente e regolare, come sempre) l’assegnazione di contributi straordinari agli enti di spettacolo partecipati dalla Regione"
Si potrebbe pensare che l’erogazione di un milione di euro richieda lunghe analisi prima di essere concessa. Invece, la lettera con cui a novembre 2015 Alberto Di Rubba, ex presidente della Lombardia Film Commission, chiede tale somma alla Regione è lunga una paginetta e poco più. Tanto basta per convincere in appena tre giorni la giunta guidata da Roberto Maroni a deliberare il versamento. E anche un anno dopo, a fine 2016, sono sufficienti a Di Rubba poche righe per ottenere l’ok dalla Regione a impiegare quel contributo per l’acquisto di un capannone a Cormano. Un acquisto a prezzo gonfiato, secondo i pm di Milano Eugenio Fusco e Stefano Civardi, servito a far arrivare parte dei fondi pubblici allo stesso Di Rubba e ad altri due commercialisti vicini alla Lega, Andrea Manzoni e Michele Scillieri, tutti e tre indagati dalla procura insieme al presunto prestanome Luca Sostegni.
I pm sospettano che il contributo da un milione non sia stato altro che un “regalo” fatto dalla Regione alla Lombardia Film Commission guidata da Di Rubba. Ipotesi che oggi Maroni respinge: “Nessun regalo – scrive su Facebook -. La giunta regionale deliberò (in modo assolutamente trasparente e regolare, come sempre) l’assegnazione di contributi straordinari agli enti di spettacolo partecipati dalla Regione”. Eppure nella prima lettera inviata al Pirellone da Di Rubba salta subito all’occhio una cosa. Che il commercialista non si prodiga certo in molte argomentazioni per giustificare la sua richiesta di denaro. Dopo un paio di premesse, il commercialista si limita a dire che l’attività svolta dalla fondazione è aumentata nel 2015 “anche per effetto del supporto a Expo” e che “le prospettive della fondazione inducono a ritenere che, per consentirle di supportare in maniera proficua e competitiva le sue attività, sia opportuno incrementare la struttura del proprio patrimonio”. Fine. Gli basta questo per chiedere “l’erogazione di un contributo di natura straordinaria del valore di 1 milione a titolo di integrazione del patrimonio della fondazione e destinato a favorire il potenziamento della struttura”.
La lettera, indirizzata alla direzione generale Culture il 16 novembre e protocollata il 17, è tra i documenti acquisiti ieri dalla guardia di finanza negli uffici regionali. Il 20 novembre, appena tre giorni dopo, la giunta vota all’unanimità, su proposta dell’allora assessora alla Cultura Cristina Cappellini, l’assegnazione del contributo richiesto. Un milione che si aggiunge ai 400mila euro già ottenuti dalla Lombardia Film Commission nel 2015 in via ordinaria. Non è l’unico contributo straordinario concesso dalla delibera, ma è il più consistente: il Piccolo Teatro e la fondazione Pomeriggi Musicali di Milano ottengono 750mila euro a testa, il Centro Teatrale Bresciano appena 111mila euro.
Se la delibera arriva a tempo record, lo stesso accade per i soldi. “L’importo è stato liquidato il 2 dicembre”, comunica prima di Natale la direttrice del settore Culture alla Lombardia Film Commission, aggiungendo che “il rispetto della destinazione del contributo sarà verificato sulla base del bilancio consuntivo del 2015 e qualsiasi utilizzo delle risorse non coerente con quanto previsto comporterà la decadenza del contributo stesso”. Passa un anno e, a fine 2016, Di Rubba scrive di nuovo alla Regione, per assicurarsi di poter spendere quei soldi, destinati al “potenziamento della struttura patrimoniale”, per l’acquisto di un immobile. Nella missiva fa presente che lo statuto della fondazione include nella definizione di “patrimonio” sia beni mobili che immobili e aggiunge che a maggio 2017 scadrà il comodato gratuito dei locali del comune di Milano, in quel momento sede della fondazione. Chiede così di utilizzare il contributo straordinario per l’acquisto di un immobile “da considerare ad integrazione patrimoniale”.
Segue una breve spiegazione della procedura da seguire, attraverso la richiesta di “diverse proposte presso agenzie e/o agenti immobiliari su Milano e zone limitrofe” e la scelta della migliore “sia in termini logistici, di soddisfazione delle esigenze della fondazione nonché in termini economici”. Ma non andrà così, almeno secondo i pm. Lombardia Film Commission pubblicherà per la ricerca dell’immobile un bando che gli inquirenti ritengono cucito su misura su un capannone in particolare. Quello di Cormano, acquistato in precedenza per 400mila euro da Andromeda, società che sarebbe stata gestita di fatto da Scillieri. E per il quale Di Rubba firmerà il preliminare di acquisto a fine 2017 per il doppio del prezzo, 800mila euro.
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