Bruno Dey condannato a due anni, che sconterà in libertà vigilata. È stato processato da un tribunale minorile visto che all'epoca dei fatti aveva 17 anni. Nel campo dove lavorava come guardia morirono 65mila persone
Si è presentato in aula in sedia a rotelle per uno degli ultimi processi che vedono imputati ex nazisti. L’ex guardia delle SS Bruno Dey, oggi 93enne, è stato condannato a due anni con la condizionale per essere stato complice dell’uccisione di 5230 internati nel lager nazista di Stutthof, vicino a Danzica. La città polacca all’epoca dei fatti – fra l’agosto 1944 e l’aprile 1945 – era occupata dai tedeschi. L’imputato è stato processato da un tribunale minorile, visto che allora aveva tra i 17 e i 18 anni. I suoi avvocati speravano nella clemenza della corte, mentre la procura aveva chiesto una condanna a tre anni di carcere. Sconterà la pena di due anni in libertà vigilata.
Il processo si è aperto in ottobre e, in considerazione dell’età di Dey, le sessioni in tribunale erano limitate a due alla settimana per due ore. Durante l’ultima seduta, qualche giorno fa, l’imputato si è scusato con sopravvissuti e familiari delle vittime di quanto accaduto, aggiungendo di aver realizzato solo nel corso del processo le atrocità di cui era stato testimone. “Questa sentenza dà un messaggio molto potente, e lo dico a nome di mia nonna e della nostra famiglia e cioè che una guardia di un qualsiasi campo non può negare la responsabilità di quanto è successo”, ha scritto Beh Cohen, tra i famigliari delle vittime. Sua nonna, Judy Meisel, era stata internata nel campo ed era tra gli accusatori di Dey. Lei e la sorella sopravvissero e scapparono in Danimarca, mentre la loro mamma, Mina Baker, venne stata uccisa nel lager.
Dal campo di Stutthof transitarono in tutto 115mila persone. Di loro, 65mila vennero fucilate con un colpo alla nuca, avvelenate col gas Zyklon B o morirono di fame. Altre 22mila, invece, vennero trasferite in altri campi nazisti. I tribunali tedeschi stanno portando avanti indagini su altri 14 casi legati ai lager di Buchenwald, Sachsenhausen, Mauthausen e Stutthof. Nei lager nazisti morirono circa 6 milioni di ebrei, oltre a centinaia di migliaia di rom, disabili, prigionieri politici e omosessuali.